tag:blogger.com,1999:blog-76997113581845954362024-02-06T18:21:50.622-08:00Ornitorinco.l'ex - blog di Leonardo CaffoLeonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.comBlogger177125tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-21125648193359000852011-05-16T11:27:00.000-07:002011-05-16T11:28:20.703-07:00finel'ornitorinco rimmarrà qui ad occupare spazio sul web, il sito definitivo è <a href="http://caffoleonardo.wordpress.com/">questo</a>. ed è già attivo.Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-5601177927782703842011-05-10T07:19:00.000-07:002011-05-16T11:06:59.129-07:00Allora.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaGSCf6Ctwt0iCRF0rObeMkbFHbtyNS1Du-F8KWNc7-y3Xqw842RbiG0drHgyyU_2cLtQ6r21P0ahMYczw5pZnW5Yi7l42i6PDwAfy0CXEtbU6nqWnn6ZybyeEAGFMH2Scn3t0lJ-VvZaK/s1600/do+not+disturb%252Cjpg.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 152px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaGSCf6Ctwt0iCRF0rObeMkbFHbtyNS1Du-F8KWNc7-y3Xqw842RbiG0drHgyyU_2cLtQ6r21P0ahMYczw5pZnW5Yi7l42i6PDwAfy0CXEtbU6nqWnn6ZybyeEAGFMH2Scn3t0lJ-VvZaK/s320/do+not+disturb%252Cjpg.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5605092908725564002" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><br />In merito alle mail ricevute, e ai commenti. Il blog rimarrà chiuso. Sto lavorando al nuovo libro, in Autunno dovrebbe riuscire a comparire negli scaffali impolverati delle librerie. Che libro è? Un romanzo, breve. Brevissimo. Quando uscirà, riaprirà anche il blog. Forse anche altre cose, compreso un nuovo pezzo per <a href="http://liberazioni.org/"><span style="font-style: italic;">Liberazioni </span></a>di cui vado dannatamente orgoglioso. AH: il blog a riaprire sarà<a href="http://caffoleonardo.wordpress.com/"> questo.<br /></a></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-83271443558479580102011-04-21T10:54:00.000-07:002011-04-21T15:37:36.130-07:00Mary Mary solitary ...Nuovo sito. E il blog? Non so se continua. Vediamo. La voglia di postare si è affievolita, poi è svanita. Lui starà qui, ad aspettare che torni ...<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha4J2eV9KGbA4myG-jldkcHFnrXFqCe5RYHlcAKEmyIlqUNhyphenhyphenPWvgKOpRakvxGOeCbiNBp4CZyWZ52WHRxEKTD5dnCeD_0SwKNbFNbLRoSccz_5g5eiuOC0rsfNvGbTUMdhRTgUN9dMG1_/s1600/Finestre5.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 264px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha4J2eV9KGbA4myG-jldkcHFnrXFqCe5RYHlcAKEmyIlqUNhyphenhyphenPWvgKOpRakvxGOeCbiNBp4CZyWZ52WHRxEKTD5dnCeD_0SwKNbFNbLRoSccz_5g5eiuOC0rsfNvGbTUMdhRTgUN9dMG1_/s400/Finestre5.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5598169145274576754" border="0" /></a><br /><div style="text-align: center;">Poco male: <a href="https://sites.google.com/site/leonardocaffo/">https://sites.google.com/site/leonardocaffo/</a></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-12564778512346832862011-04-20T04:10:00.000-07:002011-04-22T03:52:30.744-07:00Una recensione, su Notizie Radicali<div style="text-align: justify;" id="content-header"> <div id="titolo"> <div class="autore">Francesco Pullia<br />Soltanto per loro, un libro di Caffo per farla finita con lo sfruttamento animale<br /></div> <span style="font-weight: bold;"><br /></span> </div> <div id="facebook"> </div> </div><div> </div><div style="text-align: justify;" class="meta"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="content"><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;" class="field field-type-filefield field-field-imagestoria"> <div class="field-items"> <div class="field-item odd"> <img src="http://notizie.radicali.it/sites/default/files/imagecache/300px/cane_lettore.jpg" alt="" title="" class="imagecache imagecache-300px imagecache-default imagecache-300px_default" height="225" width="300" /> </div> </div> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;" class="field field-type-date field-field-datacontenuto"> <div class="field-items"> <div class="field-item odd"> <span class="date-display-single">20-04-2011</span> </div> </div> </div><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Lo sfruttamento animale, diretta e inevitabile conseguenza dello specismo, non è affatto un’ulteriore forma di oppressione in aggiunta alle altre già conosciute, ma il fondamento stesso, come già acutamente sottolineato da Horkheimer e Adorno, di ogni pratica di sterminio di massa. E’ venuto il momento di averne piena consapevolezza e di smantellarne i presupposti se davvero si vuole costruire una società nonviolenta. Con il pretesto alimentare e con quello pseudoscientifico (vivisezione, sperimentazione animale), ma non solo, siamo quotidianamente complici di un sistema di riduzione, espulsione e annientamento dell’<em>altro</em>.</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Sulla base di questo atteggiamento totalizzante abbiamo piegato e conformato lo stesso diritto a nostro uso e consumo, estendendo ovunque l’assoggettamento sistematico e la manipolazione dei corpi come segno di dominio, soggiogando, criminalizzando, fagocitando (in senso letterale) quanto, secondo una visione arrogantemente antropocentrica e cartesiana, si pone al di là della cesura ontologica unilateralmente decisa dall’uomo.</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">In questa direzione, il diritto viene ad essere la sfera in cui si sanciscono e codificano arbitrio e pregiudizio e si impone la violenza strutturale che espelle, espunge, dal contesto generale la <em>diversità</em> <em>animale</em>, paradigma per antonomasia di ogni altra <em>differenza</em>. Da questo <em>stato delle cose presenti</em>, per usare una terminologia marxiana, si può uscire tramite l’assunzione di un pensiero che restituisca agli altri esseri ciò che spetta loro <em>ontologicamente</em>.</p><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><br />Alla reintegrazione delle altre specie nel pensiero del mondo è dedicato “<em>Soltanto per loro, un manifesto per l’animalità attraverso la politica e la filosofia</em>” (Aracne editrice, 2011) di Leonardo Caffo, studioso che si ricollega a quella corrente filosofica che, nata con l’intento di approfondire problematiche antispeciste, sta arricchendo, con echi provenienti dalla critica francofortese e dal poststrutturalismo, quanto introdotto negli anni settanta da Peter Singer e Tom Regan. </div><p style="text-align: justify;">Due punti ci sembrano particolarmente meritevoli d’attenzione nell’analisi di Caffo:<br />1)in una prospettiva di ripensamento e ricostruzione del sociale, l’animalismo è l’“<em>universalizzante del diritto</em>” (le differenze tra i viventi non possono assolutamente giustificare lo sfruttamento programmatico e perentorio degli altri animali da parte dell’uomo) e<br />2) l’obiettivo finale dev’essere una società liberata da ogni forma di oppressione.</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Perché ciò possa effettivamente verificarsi occorre una “<em>kehre</em>”, una svolta radicale nel nostro modo di rapportarci all’altro che parta dal presupposto della vulnerabilità, della mortalità che, senza alcuna differenza, ci accomuna tra esseri senzienti e che, come giustamente ha ravvisato Derrida, rappresenta la possibilità “<em>meno propria</em>” dell’esistente, anzi la più impropria ed “<em>espropriante</em>”: “<em>è la morte stessa</em>”, annota Caffo, a renderci infatti “<em>infinitamente collegati con l’animalità ed è un passaggio necessario alla costituzione di quella filosofia che deve fare da sfondo all’animalismo</em>”.</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Di qui la necessità di ripensare l’umano “<em>in un mondo che non appartiene all’umano</em>”, di dirigerci “<em>verso un orizzonte oltreumano</em>” facendo tesoro, ad esempio, della fecondità del “<em>divenire-animale</em>” su cui si è soffermato Gilles Deleuze in polemica con il <em>fallo</em>(antropo)<em>logocentrismo </em>(si noti bene che Derrida, in altri modi, ha serratamente criticato il sistema <em>carnologofallocentrico</em>).</p><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Se Deleuze ci ha invitato a decolonizzare il soggetto pensante dal dominio dualistico, a perorare la dissoluzione di ogni sorta di identità basata sulla opposizione di genere, Caffo, da parte sua, ci suggerisce <em>“una riflessione sugli animali che provi a mettersi nei loro panni</em>”, che presti loro l’ascolto dovuto, restituisca voce alle vite offese, sia, per citare Matthew Calarco, attenta “<em>alle modalità specifiche con cui gli animali si oppongono all’assoggettamento e alla dominazione</em>”.</p><div style="text-align: justify;"> </div><p style="text-align: justify;">Detto altrimenti, si tratta di “<em>guardare il mondo con gli occhi dell’altro e l’altro con i nostri</em>”.<br />Non resta, dunque, che incontrare l’altro riscattandolo dai lager, dai luoghi dello sterminio e dello smembramento, come il mattatoio da cui il soggetto esce fatto a pezzi. I maiali, ad esempio, annota in questo senso Caffo, “<em>vengono smantellati simbolicamente e materialmente e ricomposti, in vari modi e sotto falsi nomi (“pancetta”, “salame”, “mortadella”, ecc.) nelle nostre tavole e nei vari dispositivi di dominio delle nostre società. L’animale scompare come sostanza vivente e ricompare come artificio dell’uomo</em>”.</p> <p>Lo stesso Slow Food non si sottrae a questa “<em>ideologia dello sterminio</em>” contrabbandando per “<em>carne felice</em>” quanto viene ottenuto da un’ennesima uccisione. Anzi, per dirla tutta, è un’operazione ancora più ipocrita mirante solo, tramite una pseudo trasparenza, a “<em>depurare</em>”, a rendere “<em>più pulite</em>”, le coscienze dei consumatori.</p> <p>“<em>Il felice massacro degli animali</em>”, scrive Caffo, “<em>la carne che viene da un morto contento, non è solo un modo per tacitare le coscienze facendo pensare che in fondo mangiare animali non comporta le nefandezze a tutti note degli allevamenti intensivi, ma diventa anche un modo per reintrodurre la morte, l’uccisione degli animali nel quotidiano, o per reintrodurre il rapporto diretto con lo sfruttamento degli animali</em>”. In realtà, con lo Slow Food, con il “<em>biologico</em>”, si finisce per avallare ancora una volta la capacità umana di sgozzare e trucidare senza troppi scrupoli etici. L’ideologia della carne biologica e sostenibile serve a trasformare pretestuosamente pareti di cemento in pareti di vetro a spacciare per “<em>serena</em>” la fine dell’animale.</p> <p>Anche l’ambientalismo e la cosiddetta “<em>ecologia profonda</em>” non possono sottrarsi a queste critiche, essendo sempre aspetti dello specismo antropocentrico. Che fare, dunque? Decostruire (l’umanesimo) e ricostruire (una nuova filosofia della vita), accomiatarsi dalla violenza rimarginando secoli di ferite, scarti, cesure tramite l’affermazione della <em>compresenza</em>, sostituire al pensiero del dominio quello della <em>compassione</em>. Ha ragione Derrida a sostenere che è in corso “<em>una guerra della pietà</em>”, una lotta che va combattuta mettendo in gioco il nostro cuore.</p><p><br /></p>Fonte: <a href="http://notizie.radicali.it/articolo/2011-04-20/editoriale/soltanto-loro-un-libro-di-caffo-farla-finita-con-lo-sfruttamento-anim">qui</a>.<br /> </div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-10249451459667273412011-04-16T02:20:00.000-07:002011-04-16T02:21:43.219-07:00Soddisfazioni, da Oxford<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq8VQiz89eNUn2AtXS9vGgsIyHYraWumIF2zNSFFARqHWbBrfMJnoyOplsw1Ri7h_u0EGXusg4GKTLYyOFRB6ZHsLtV72PocVynAXAfeufJoCBovF-yf2_O7OnVoz2hUqDruus0h1_fhau/s1600/SA1_LC+copy.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 283px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq8VQiz89eNUn2AtXS9vGgsIyHYraWumIF2zNSFFARqHWbBrfMJnoyOplsw1Ri7h_u0EGXusg4GKTLYyOFRB6ZHsLtV72PocVynAXAfeufJoCBovF-yf2_O7OnVoz2hUqDruus0h1_fhau/s400/SA1_LC+copy.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5596109053392399378" /></a>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-74019049377661418582011-04-15T02:02:00.000-07:002011-04-15T02:16:18.327-07:00Vi parlo un po' di Sugaman<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTrHkMNU-JToXER4AN-c7CsIfnOt1x2kNo_Hqhy7Q-1inGcefTLNhYl7OBau4YCrSx9YucaTC0mVX4Bnbxm80lXujCM0-JLJbyANoV3I1RILU8yRBnfeMM1D5QF-uD3immoa6fPqWZollD/s1600/sugaman1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTrHkMNU-JToXER4AN-c7CsIfnOt1x2kNo_Hqhy7Q-1inGcefTLNhYl7OBau4YCrSx9YucaTC0mVX4Bnbxm80lXujCM0-JLJbyANoV3I1RILU8yRBnfeMM1D5QF-uD3immoa6fPqWZollD/s320/sugaman1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5595736416610556098" /></a><div style="text-align: justify;">Nasce <a href="http://www.sugaman.com/chi-siamo/">Sugaman</a>, editore digitale come si deve. E nasce, dicono, dalla collaborazione tra due tipi mica male: Paolo Nori e Alessandro Bonino. Entrambi manifestano un'insofferenza per il nascente mondo dell'ebook, caro effettivamente come poche cose, neanche fossero gioielli, i libri digitali. E dunque Sugaman, dicevamo, si costituisce come economico e di qualità e inizia con dei <a href="http://www.bookrepublic.it/book/9788897318002-la-matematica-e-scolpita-nel-granito/">titoli</a> di tutto rispetto che, guarda un po', si piazzano già tra i primi titoli venduti su Bookrepublic. Da un po' pensavo di pubblicare il romanzo che sta venendo fuori dai continui racconti direttamente come ebook e, quasi quasi, faccio un pensierino proprio su Sugaman così, anche se fa schifo, il mio romanzo, poi qualcuno se lo compra pure perché costa poco, o forse no. Ecco. Comunque ve la volevo segnalare questa iniziativa qua, perché merita, e non poco. Io poi che il romanzo di Paolo (che l'ho pure <a href="http://www.paolonori.it/unintervista-2/">intervistato</a> io, a Paolo) - edito da Sugaman - me lo sono comprato vi dico: esilarante e geniale, stracolmo di quel Nori che già da <i>Bassotuba</i> ci ha fatto piegare in due per le risate ma che, con <i>Pubblici discorsi</i> ci ha fatto pure riflettere. Bravi, veramente bravi Alessandro e Paolo. </div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-30139409499722028792011-04-11T02:48:00.000-07:002011-04-11T02:54:33.910-07:00Un racconto per "Scritti Inediti"<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG_CynucqqicFyws6JtM48rKvEDHF-QYlYRNx1e_T8S3bBH27aJM4OmAEW2X6f11x93ovSOhyphenhyphenpyGnJuZ6b5m3HfPF7ZDBnz-4f1j6IaKAxUicTg7wmO9CpXhZDiYXfyI7F1WYAAroZw-7K/s1600/27520_360339170858_2404_q.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 50px; height: 50px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG_CynucqqicFyws6JtM48rKvEDHF-QYlYRNx1e_T8S3bBH27aJM4OmAEW2X6f11x93ovSOhyphenhyphenpyGnJuZ6b5m3HfPF7ZDBnz-4f1j6IaKAxUicTg7wmO9CpXhZDiYXfyI7F1WYAAroZw-7K/s400/27520_360339170858_2404_q.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594262122144226658" border="0" /></a><br />Un mio racconto pubblicato da «Scritti inediti. Periodico di letteratura e arte inedite». Si chiama "Note al margine di un diario di bordo" ed è parte di un progetto più grande in costruzione, e lo trovate <a href="http://www.scrittinediti.it/blog/2011/04/11/note-al-margine-di-un-diario-di-bordo/">qui</a>.Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-11590389951866565842011-04-08T05:06:00.000-07:002011-05-04T08:17:50.012-07:00Un racconto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizT7QMigFQw4ks9ru6Vq8lN4s3nBpJnhk7MxfBAHGP4fpnc03Z1jnwoHIxXsWfXp7VAeg8geUgjyrGv-vSeF8wDlYH9s4JDr7b17naKrSjzTIQX6Oe8NwHq2KxGDbr5xHG7d7J7tNX9fjz/s1600/images.jpeg"><img style="float: right; margin: 0pt 0pt 10px 10px; cursor: pointer; width: 239px; height: 211px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizT7QMigFQw4ks9ru6Vq8lN4s3nBpJnhk7MxfBAHGP4fpnc03Z1jnwoHIxXsWfXp7VAeg8geUgjyrGv-vSeF8wDlYH9s4JDr7b17naKrSjzTIQX6Oe8NwHq2KxGDbr5xHG7d7J7tNX9fjz/s400/images.jpeg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5593183646317775106" border="0" /></a><br />"Lacrime", un racconto. <a href="http://dl.dropbox.com/u/4171712/racconto.pdf">Qui</a>, in attesa di pubblicazione.<div>Ha partecipato al concorso letterario Suspense Tale posizionandosi 4°. Quindi verrà pubblicato in un'anatologia letteraria edita da R.E.I edizioni.<br /></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-28090041333905766522011-04-02T01:33:00.000-07:002011-04-02T01:36:03.453-07:00Un'intervista<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpNgGHOjvlKeJBpvB6VWJRm3MOZZf3UxGyGB3uTGQ6xZjFWOXNXVbcfW8DlOws24nC5i_oLQw5i4bqQC3rsPdFGu3b7mJH67f6qO6VpCESX-OPmkka4czUfdLLukwZkVwp-x77euZQRmoB/s1600/radio.png" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 220px; height: 175px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpNgGHOjvlKeJBpvB6VWJRm3MOZZf3UxGyGB3uTGQ6xZjFWOXNXVbcfW8DlOws24nC5i_oLQw5i4bqQC3rsPdFGu3b7mJH67f6qO6VpCESX-OPmkka4czUfdLLukwZkVwp-x77euZQRmoB/s320/radio.png" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5590902160601588658" /></a><br /><div><br /></div>Oggi, ore 14.30 andrà in onda la mia intervista su <a href="http://www.crueltyfreewebradio.org/">Cruelty Free Web Radio</a>. La rubrica si chiama "Oggi parliamo di". E si parla di antispecismo, dicono.Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-25414051634847397862011-04-01T01:45:00.001-07:002011-04-01T01:45:55.860-07:00Maurizi su auto produzione e allevamenti tradizionali.<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 15px; color: rgb(212, 212, 212); line-height: 20px; "><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Marco Maurizi<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Antispecismo, allevamento “tradizionale” e auto-produzione<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Note per un dibattito che non manchi l’essenziale<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Così vicini, così lontani<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Il fatto che l’antispecismo non trovi di meglio da fare che polemizzare con le posizioni di chi “ama” e “rispetta” la natura pur continuando ad uccidere animali, può sembrare una bizzarria dovuta a quel classico eccesso di estremismo o settarismo che porta a criticare chi ti sta più vicino (l’ambientalismo radicale, gli alfieri del mondo contadino premoderno, i teorici dell’auto-produzione) piuttosto che unire le forze per combattere il vero nemico: il capitalismo globale tecno-finanziario. Ma il problema è che questa “vicinanza” è, probabilmente, illusoria e che non è possibile alcuna forma di convergenza tra posizioni diverse se prima non si è fatta necessaria chiarezza sulla natura di questa diversità. D’altronde, perché una qualsiasi forma di chiarezza possa realizzarsi su questo punto, sarebbe necessario riuscire a discutere nel merito delle rispettive posizioni, cosa che, come potrà testimoniare chiunque abbia assistito a confronti tra gli antispecisti e gli “amanti della natura”, accade di rado, per non dire mai.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><span></span>Quello che vorrei fare in questo intervento è chiarire alcuni presupposti di questo mancato dialogo, allo scopo di renderlo finalmente possibile. Poiché intervengo come antispecista, è chiaro che tenterò di evidenziare quali sono gli aspetti della posizione antispecista che mi sembrano solitamente offuscati o non adeguatamente presi in considerazione in questo tipo di dibattiti. In secondo luogo, tenterò di chiarire quelli che mi sembrano i principali problemi che, da un punto di vista antispecista, emergono dalle posizioni dell’ambientalismo più radicale.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br />Riflettere sull’ossessione identitaria<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br /></span></b><span style="font-weight: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">È facile osservare, nelle discussioni che hanno ad oggetto il nostro rapporto con il non-umano, come la discussione degeneri facilmente in una lotta tra “vegani” e “non-vegani”. Si dirà: è inevitabile che accada così, basta solo evitare che il confronto diventi scontro tra identità irriducibili. Sembra inevitabile, infatti, che in ogni discussione in cui si scontrano tesi opposte attorno a cui si polarizzano opinioni e gruppi diversi, si inizi a parlare di “noi” e “voi”, cioè di “identità” fisse e rigide. Ma questo, nel caso specifico della disputa sul nostro rapporto con la natura in generale e con gli animali in particolare, è un fenomeno che andrebbe evitato perché impedisce strutturalmente di cogliere il </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">vero oggetto del dibattito</span></i></span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Non si tratta solo di un problema di comunicazione (cioè di “come” si dicono le cose), ma del fatto che non si riesce a intendersi su ciò di cui si parla (dunque di “cosa” si sta parlando). In altri termini, la discussione non solo non va avanti, ma </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">nemmeno inizia</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. O meglio, inizia un “dialogo” tra chi parla di A e chi parla di B, mentre entrambi sono convinti di parlare di C.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Anche per questo gli appelli ad andare oltre lo stallo comunicativo sono inefficaci e, in realtà, illusori. Certo, è necessario fare uno sforzo collettivo in questo senso per facilitare la comunicazione, ma le esortazioni a non scadere nella mera contrapposizione tra “noi” e “voi” non potranno avere successo se prima non si coglie la posizione di partenza di queste due tesi che non sono affatto </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">simmetriche</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Non ci troviamo, in questo dibattito, di fronte ad un’opposizione tra due identità. Perché soprattutto quelli che a prima vista sembrano possedere un’identità più netta e rigida – i vegani – sono proprio coloro che non dovrebbero mai permettersi di affrontare la discussione in questo modo. E non per “educazione” o per “facilitare” la comunicazione, ma perché non ne hanno il diritto. Per due motivi.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">In primo luogo, perché presentandosi come “vegano” l’interlocutore antispecista rischia di far travisare completamente la sua posizione nella discussione. Chi è infatti il “vegano”? È una persona che “non mangia carne” e che spera o intima a terzi di essere come lui, cioè di adeguarsi alla sua identità cioè al suo modo di vivere? No, non è questo e, se fosse questo, avrebbero ragione coloro che gli si oppongono a trovare poco significativa la sua posizione e le sue opinioni. Il veganismo è infatti una </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">pratica</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> e, in quanto tale, non è il punto di partenza, la </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">tesi </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">che andrebbe discussa. È, al limite, il punto di arrivo della vera tesi che si tratta di discutere: ovvero </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">la plausibilità etica e politica della</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">liberazione animale</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Il che significa: è possibile, auspicabile o necessario, in termini etici e politici, sottrarre gli animali non umani al giogo del potere umano, allo sfruttamento di cui sono fatti oggetto (meglio: attraverso cui sono resi “oggetti”), al dolore, alla morte? </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Questa </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">è la domanda che i vegani pongono quando si parla del nostro rapporto con i non-umani. E la pongono non in quanto vegani (cioè portatori di uno stile di vita) ma in quanto</span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">antispecisti</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> (cioè sostenitori di una visione etico-politica). Dunque sarebbe meglio che ad oggetto della discussione stesse l’antispecismo e non il veganismo</span><a href="http://bioviolenza.blogspot.com/#_ftn1" name="_ftnref1" title="" style="text-decoration: none; "><span class="MsoFootnoteReference"><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">[1]</span></span></span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">In secondo luogo, e forse anche più importante, chi critica lo specismo non può dimenticare nemmeno per un momento che il suo compito nella discussione non è semplicemente affermare una tesi, ma fermare la mano che uccide delle vite: chi lotta per la liberazione animale cerca infatti di dare voce alle vittime impotenti di una sottomissione millenaria. Dietro di lui ci sono altre vite che, se potessero scegliere, sicuramente non accetterebbero il proprio destino di morte. Qual è allora “l’identità” dell’antispecista che parla nel dibattito? Quella di un umano o anche quella dei non-umani che egli spera di sottrarre al potere della società del dominio?</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Questo non diminuisce la sua responsabilità nella discussione ma, anzi, la moltiplica, nel senso che egli deve mostrarsi responsabile nel far presente questo fatto (cosa di cui, occorre ammetterlo, raramente i vegani sono all’altezza). L’antispecista non deve, cioè, </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">abusare</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> della</span><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">voce di cui è testimone, ma è importante che riesca a far emergere nella discussione che la sua posizione non è “sua”. Perché solo in questo modo può dire senza peccare di narcisismo morale: prendiamoci le nostre responsabililtà, discutiamo di ciò che siamo e, se possibile, cambiamo. Se questo aspetto non emerge e non viene messo al centro del dibattito allora effettivamente tutto diventa solo uno scontro tra “identità” umane contrapposte che non solo silenzierà, di nuovo, quelle voci animali inascoltate, ma che non potrà che avere gli esiti disastrosi che ben conosciamo. Se i vegani agiscono come portatori di uno “stile di vita” invece che come testimoni di una voce oppressa, mancano tragicamente il bersaglio e contribuiscono a rendere impossibile ogni discussione vera. Perché allora l’interlocutore vedrà in loro solo persone che cercano di affermare il proprio ego e il dolore che gonfia le loro voci apparirà inevitabilmente un urlo di prevaricazione.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">D’altro canto, e anche questo va detto, se gli interlocutori dei vegani impostano la discussione ad un livello “immediato”, “pratico”, è inevitabile che si finisca per parlare di “stili di vita”. Se il problema dell’oppressione animale, della sua giustificabilità e necessità, viene affrontato non in sé ma per il modo in cui oggi gli stili di vita incidono sull’ambiente, si è già affossata la discussione. Quando si critica la produzione di soia o di riso per mostrare che anch’essa è violenta, si commette una scorrettezza. Si aggira la domanda sull’oppressione animale (“è giustificata?”) e si sposta automaticamente la discussione sugli “stili di vita” e sui loro “effetti” più o meno violenti. In questo modo, ci si sottrae ad una </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">domanda di diritto</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> con una </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">constatazione di fatto</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">: tu vegano non sei meno violento di me non-vegano. Tutti ugualmente colpevoli, tutti assolti. A parte le riserve che ho su questi “fatti” che vengono sbandierati come certezze assolute – e su cui dirò qualcosa alla fine di questo intervento – mi sembra chiaro che, così facendo, si elude ogni confronto nel merito. Si parla solo di ciò che interessa chi accetta l’oppressione animale (lo “stile di vita”) e non se l’oppressione sia in sé </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">giusta</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">.<span></span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Centrare i problemi politici</span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br />La questione, per come la vedo, andrebbe impostata in termini politici, cioè parlando del </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">tipo di mondo per cui lottiamo</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Quando si lotta contro il capitalismo globalizzato e contro tutte le forme di oppressione disegniamo infatti un mondo che ancora non c’è. Ora, rispetto a questa dinamica di liberazione c’è un problema sia con chi insegue l’ideale contadino tradizionale, sia con chi pratica l’autoproduzione.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">1. I limiti della tradizione<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br /></span></b><span style="font-weight: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">In primo luogo, non è affatto chiaro perché il mondo agricolo “pre-moderno” dovrebbe essere considerato un ideale rispetto al mondo tecnologico contemporaneo. Infatti se si prende questo mondo </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">così com’era</span></i></span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">, allora lo si dovrebbe restaurare con </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">tutte</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> le caratteristiche che esso possedeva (incluso il patriarcato, la gerontocrazia, il razzismo ecc.); senza dimenticare che lo sviluppo “tecnologico” esiste dall’alba dei tempi, dunque non è ben chiaro a quale fase di questo sviluppo bisognerebbe arrestarsi: a livello del 1500, cioè poco prima della modernità? E perché non all’anno 1000 o al neolitico? Chi, e come, stabilisce qual è il modello “ideale” di produzione?</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Se poi si dice, come ovviamente si dice, che no, questo modello ci va bene per alcuni aspetti (il rispetto della natura), ma non per altri (la violenza interumana) allora scatta davvero la domanda: perché tutto dovrebbe cambiare tranne che l’uccisione di animali? La storia di ribellione cui facciamo parte è una storia che ha visto mettere in discussione progressivamente lo schiavismo e l’oppressione di genere. Ogni volta si giustificava questa oppressione nei modi più diversi, salvo poi dover ammettere che gli “inferiori” erano tali solo perché la violenza li rendeva tali. Per quale motivo gli animali - che fanno parte di questa storia al pari delle donne, degli schiavi e dei bambini - non dovrebbero vedersi riconosciuto il diritto alla libertà? Perché devono continuare a dipendere dalla nostra volontà e vivere solo per i nostri interessi? È questa la domanda fondamentale che gli antispecisti rivolgono ai loro interlocutori: cosa giustifica questo trattamento degli animali? L’unica risposta possibile, bisogna avere l’onestà di riconscerlo, è: la </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">violenza</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Poiché noi</span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">possiamo fare</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> questo agli animali, </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">lo facciamo</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Non c’è altra giustificazione. È la stessa giustificazione che stava dietro alla violenza esercitata contro gli oppressi umani: possiamo opprimerli e lo facciamo. Tutte le argomentazioni che si possono trovare a posteriori per rendere “giusto” questo rapporto di sfruttamento sono delle razionalizzazioni. L’oppressione e la violenza vengono prima. E non sono cancellate dal trovare un appiglio che le giustifichi.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">C’è uno squilibrio di forze in campo e questo rende possibile a noi di vivere sulle spalle degli altri animali. Abbiamo la forza per farlo, siamo la maggioranza a ritenere di volerlo fare, dunque lo facciamo. Se si arrivasse ad ammettere questo saremmo ad un punto del dibattito in cui si potrebbe parlare senza cattiva coscienza e con definitiva chiarezza. Ma allora sarebbe inevitabile anche dire, a chi pensa che uccidere animali sia giustificato perché lo vogliamo e abbiamo la forza per farlo, che chiunque potrebbe a suo piacimento escludere un essere umano dal cerchio della considerazione morale. Basta volerlo e avere la forza per farlo. E non c’è giustificazione “morale” che tenga perché la morale ha escluso esseri umani per millenni dal suo ambito e ha fornito ottime giustificazioni (cioè razionalizzazioni) di ciò. Ma la stessa riflessione morale che ha messo in crisi questi pregiudizi ha anche dimostrato che non esistono “ragioni” morali per escludere gli animali dall’etica. Sono esseri senzienti, comunicano, vivono e interagiscono con noi e tanto più interagiscono con noi quanto più noi li consideriamo degni di attenzione. Allora l’unica giustificazione per escluderli dalla considerazione etica resta la violenza: li escludiamo perché non vogliamo considerarli degni di attenzione morale. E se questa è la giustificazione, allora chiunque può escludere esseri senzienti (anche umani) dall’ambito della morale: basta volerlo e poterlo fare. Credo che questo sia il cuore della critica antispecista alla società tradizionale e mi sembra un punto difficilmente aggirabile.<span></span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br />2. L’auto-produzione e il mondo che non c’è</span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br />Per quanto riguarda invece l’auto-produzione, ho l’impressione che anche qui il dibattito sia schiacciato troppo sull’attualità e sullo “stile di vita”. Si afferma: il vostro stile di vita vegan</span><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">comporta l’uccisione di vite non-umane (e lo sfruttamento di vite umane) che sarebbe in parte evitata da uno stile di vita non cittadino, anche non vegan, purché legato quanto più possibile all’auto-produzione.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Anche in questo caso si scambia la discussione sul veganismo con la discussione sull’antispecismo. È vero, il veganismo è il modo in cui singoli individui cercano di mettere in pratica l’antispecismo qui e ora, cioè in una società specista. Ma l’antispecismo è qualcosa di più di questo: è una visione generale dei rapporti tra umani e tra questi ultimi e le altre specie. È una visione sociale e politica complessiva. Dunque discutere questa visione a partire dall’impatto ambientale che lo stile di vita degli individui vegan comporta è totalmente errato. In tal modo, si confonde infatti la discussione di un ideale etico-politico (cioè, di nuovo, una discussione di </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">diritto</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> e di </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">giustizia</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">) con l’analisi dei presunti effetti che lo stile di vita vegan ha nel mondo attuale (cioè si sposta il discorso sul piano </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">fattuale</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">). Non solo. Oltre all’errore logico di eludere l’argomento che l’antispecista pone ad oggetto della discussione (“è giustificato uccidere animali?”), si aggiunge qui l’errore fattuale di considerare il mondo-com’è-oggi l’</span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">orizzonte di ogni possibile organizzazione della vita umana e non-umana</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Nessuno tuttavia conosce le potenzialità di un mondo liberato. Ci sono troppe variabili incognite per poter dire quali sono i costi e gli effetti della liberazione animale. Le terre disponibili, la popolazione, per citarne solo due, sono fattori che non si possono calcolare in anticipo.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Il primo fattore non potrà essere preso adeguatamente in considerazione se non si pensa, al tempo stesso, l’espropriazione delle terre occupate dal capitale che è il presupposto di ogni azione di liberazione successiva (sia la sua equa distribuzione tra gli umani che la sua restituzione al resto del vivente). Ma anche la seconda variabile va considerata con attenzione. Non sta scritto da nessuna parte che un’umanità liberata voglia espandersi o anche solo mantenersi a livello attuale e non possa invece volontariamente o automaticamente realizzare una politica demografica inversa. Parliamo di fenomeni che sono lasciati alla decisione libera di un’umanità libera e che viaggiano tra le generazioni e che quindi non ha proprio senso definire in anticipo.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Ma allora, a maggior ragione, i nostri calcoli sull’attualità sono già sballati. Non si può misurare il futuro con i criteri del presente. L’auto-produzione è sicuramente un modello da seguire e ove possibile praticare nell’immediato, ma non può considerarsi (nei modi in cui è praticata ora) il necessario modello cui tutti dovranno in futuro adeguarsi.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">C’è anche un terzo fattore che non viene minimamente citato nelle discussioni e che invece considero centrale: il ruolo che la scienza e la tecnica possono svolgere in un mondo liberato. So bene che molti considerano (giustamente) la scienza e la tecnica uno dei fattori distruttivi del mondo moderno. Ma si sorvola troppo spesso sul fatto che ciò è vero soprattutto perché scienza e tecnica lavorano al servizio del profitto e delle classi dominanti. Non è affatto necessario che sia così.</span><a href="http://bioviolenza.blogspot.com/#_ftn2" name="_ftnref2" title="" style="text-decoration: none; "><span class="MsoFootnoteReference"><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">[2]</span></span></span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> Cosa potrebbero fare uomini liberi e uguali che affrontano problemi discutendo razionalmente e senza dover difendere né il proprio interesse personale, nè quello della propria specie ma invece l’interesse di una collettività inter-specifica? Non lo sappiamo. Sappiamo però che oggi una società irrazionale e conflittuale come la nostra è in grado di vincere la forza di gravità e tenere in scacco l’antimateria. Mi riesce difficile credere che una società razionale e fondata sulla mutua solidarietà non possa produrre riso in modo non-violento. Ma potrei sbagliarmi. Quello che mi sembra importante e vorrei ribadire, è che le stesse possibilità tecniche di una società a venire non possono essere calcolate in anticipo e, dunque, andrebbe evitato come argomento di dibattito ogni necessità legata all’attuale condizione tecnica. O meglio, è giusto riconoscere ciò che oggi siamo costretti a fare visti i fattori sopra indicati (disponibilità della terra, popolazione, scienza e tecnica), ma non è lecito proiettare questi fattori nel futuro perché il loro rapporto e il loro peso specifico non sono predeterminabili.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">E dunque ciò che deve apparire in primo piano non è tanto quello che oggi possiamo fare, ma quello che oggi </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">vogliamo </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">fare e che forse potremmo fare domani. E la domanda ritorna ad essere quella di prima: in un tale mondo si continuerà a voler dominare e uccidere altri esseri senzienti? Oppure parliamo di un mondo in cui questa volontà non c’è più e in cui si tenterà perciò, quanto più possibile, di avvicinarci a questo ideale di non-violenza e di rispetto dell’altro?</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Cosa significa dire “non sono antispecista”?<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><b><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Per concludere, sarebbe necessario allora intendersi su qual è il vero argomento di cui si dibatte quando si parla di natura. È lecito e necessario (pur con tutti i limiti indicati) parlare di “impatto ambientale” e dei limiti del sistema attuale che rendono (oggi) inevitabile una certa violenza che esercitiamo sul resto del vivente. Nessun vegan potrà fare a meno di considerare il proprio ruolo all’interno di una società complessa e accontentarsi delle proprie scelte individuali, lavandosi così la coscienza, dimenticando che si tratta in primo luogo di cambiare questa società.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Ma è altrettanto necessario, e aggiungerei, doveroso, per chi critica questo atteggiamento, considerare </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">veramente</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> e </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">nel merito</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> l’istanza etica e politica che l’antispecismo porta avanti. Tale istanza chiede la liberazione animale come conseguenza di un percorso storico che ha portato al riconoscimento progressivo del diritto alla libertà e all’autonomia di altri-da-noi (etnie, donne, bambini). Se coloro che si oppongono all’antispecismo condividono, come accade, questo percorso nel suo insieme, devono spiegare perché intendono interromperlo proprio quando esso, introducendo le voci di altri altri-da-noi (gli animali non umani), inizia a mettere in discussione il loro “stile di vita”. Finché non verrà mostrata una </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">motivazione</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">morale </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">che possa rendere giusta questa presa di posizione – e finora non ne è stata prodotta nessuna: si sono sempre portati avanti </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">argomenti</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">fattuali</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> (l’impatto ambientale ecc.) – gli antispecisti avranno tutto il diritto di interpretare questa ostinazione come </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">difesa di un privilegio</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Questo rende le posizioni nella discussione asimmetriche. Nemmeno per gli “antispecisti” si può dire – come abbiamo detto all’inizio dei vegani – che sono un gruppo a difesa di se stesso, che si arrocca dietro un’identità: essi non hanno privilegi da proteggere. Vogliono solo che la voce delle vittime animali venga ascoltata. Possono sbagliare, anzi sicuramente lo fanno, soprattutto quando dimenticano questa loro natura di testimoni di una sofferenza altrui e si chiudono nella comoda difesa di un’etichetta e di uno stile di vita. Ma ciò non autorizza i loro interlocutori ad approfittarne e a cambiare discorso quando il discorso si fa fastidioso perché li richiama alle loro responsabilità etiche e politiche. Perché chi dichiara di “essere antispecista”, se è persona coerente e informata, dichiara la propria appartenenza ad un mondo che non c’è. Dichiara di </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">essere disposto</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">a fare tutto il possibile</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> perché quel mondo si realizzi, perché la giustizia e la libertà abbiano la massima diffusione possibile. Chi invece dichiara di “non essere antispecista” non sta dicendo nulla, perché nessuno può fino in fondo </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">essere</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> antispecista in un mondo come il nostro che vive, di fatto, sullo sfruttamento degli umani e dei non-umani. Si può però </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">volerlo </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">fino in fondo, cioè voler agire fin da ora perché un mondo senza dominio si realizzi. Chi dichiara di “non essere antispecista” sta invece solo dicendo che </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">non vuole esserlo</span></i><a href="http://bioviolenza.blogspot.com/#_ftn3" name="_ftnref3" title="" style="text-decoration: none; "><span class="MsoFootnoteReference"><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">[3]</span></span></span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">, anzi che nemmeno</span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> vuole</span></i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><span style="font-style: normal; "></span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">voler esserlo.</span></i><span class="MsoFootnoteReference"><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. </span></span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Chi dice “non sono antispecista” pensa di fare una</span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">constatazione di fatto </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">(come dire: “non sono vegano”, “non faccio le cose che fai tu” ecc.) ma in realtà sta facendo una </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">dichiarazione di intenti</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">: sta dicendo “io non </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">voglio </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">essere antispecista”, cioè “non intendo fare tutto il possibile perché la libertà e la giustizia valgano per quanti più esseri viventi possibili”. Sta insomma chiudendo la sfera del possibile con una sua decisione.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">Nessuno contesta la legittimità di questa decisione. Ma essa andrebbe esplicitata e non nascosta dietro razionalizzazioni a posteriori. Gli interlocutori degli antispecisti dovrebbero cioè avere il coraggio di ammettere ciò che </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">non vogliono </span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">e dovrebbero poi chiedersi perché la libertà che sono disposti ad accordare ad altri esseri coincida curiosamente con i confini del proprio</span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">privilegio</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">. Perché allora gli antispecisti potranno sempre pensare che quella che appare una decisione “libera” sia in realtà condizionata da un semplice ed egoistico interesse. E a pensar male, come diceva qualcuno, si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca.<o:p></o:p></span></span></p><div><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"><br /></span><hr align="left" size="1" width="33%"><div id="ftn1"><p class="MsoFootnoteText"><a href="http://bioviolenza.blogspot.com/#_ftnref1" name="_ftn1" title="" style="text-decoration: none; "><span class="MsoFootnoteReference"><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">[1]</span></span></span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> Ad ogni modo, anche sull’identità dell’antispecista dirò qualcosa verso la fine di questo intervento, perché anch’essa può dare adito a interpretazioni errate</span></p></div><div id="ftn2"><p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify; "><a href="http://bioviolenza.blogspot.com/#_ftnref2" name="_ftn2" title="" style="text-decoration: none; "><span class="MsoFootnoteReference"><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">[2]</span></span></span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> Non è qui ovviamente il caso di aprire la questione enorme della scienza e della tecnica. È chiaro, però, che se si accetta in parte l’evoluzione della scienza e della tecnica (come tutti i sostenitori delle fattorie “tradizionali” e dell’auto-produzione fanno), non si può negare il loro possibile sviluppo futuro. Altrimenti si cade in una posizione “primitivista” che nega, a mio modo di vedere in modo generico e affrettato, che si possa criticare scienza e tecnica in nome di una razionalità </span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">più ampia</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">, una razionalità non alienata ma “erotizzata” nel senso di Herbert Marcuse. D’altronde, il nostro rapporto con l’ambiente e le altre specie è </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">da sempre</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> mediato dalla tecnologia (l’industria litica ci precede addirittura nell’evoluzione): la tecnica è parte della natura umana, non è qualcosa che le si sovrapponga dall’esterno e, dunque, al pari dei modi di produzione tradizionali, anche qui qualcuno dovrebbe spiegare</span></span><i><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">quando</span></i><span style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> è che lo sviluppo tecnologico dovrebbe arrestarsi per essere considerato “ottimale”. Al neolitico? Al paleolitico? E a quale delle tante e diverse “fasi” del paleolitico?<span></span></span></span></p></div><div id="ftn3"><p class="MsoFootnoteText"><a href="http://bioviolenza.blogspot.com/#_ftnref3" name="_ftn3" title="" style="text-decoration: none; "><span class="MsoFootnoteReference"><span><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;">[3]</span></span></span></a><span class="Apple-style-span" style="color:#333333;"> Ringrazio Marco Reggio per questa osservazione.</span></p></div></div></span>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-14287683121760518352011-03-31T11:32:00.000-07:002011-03-31T11:40:50.944-07:00Pezzi di romanzo<p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Visto che ultimamente l'utenza del blog è cresciuta ho deciso di cominciare a pubblicare alcuni pezzi del romanzo in continua lavorazione che è il </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Diario</span></span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">. Prima o poi, più poi che prima, lo finirò. Per adesso commenti e consigli sono ben accetti. Consideriamo ciò che segue, "racconti decontestualizzati". </span></span></p><p style="text-align: center;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">___</span></span></p><p style="text-align: center;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></span></p><p style="text-align: center;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><br /></span></span></p><p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"> Io sono un Diario e vi narrerò le gesta di un uomo </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">per raccontarvi, in realtà, gli avvenimenti che coinvolgono </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">l’umanità tutta e il filo rosso che congiunge l’esistenza con </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">il tutto nelle sue più complesse ramificazioni. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">L’anticamera vista dall’alto mostra, al suo interno, un </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">totale di sedici spiriti e un guardiano delle porte </span></span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">caosmiche</span></span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">chiamato Gesù, punito per colpe che lo vedono coinvolto </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">nel reato di “falsificazione spirituale”. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Si stanno per decidere le sorti di tutti gli enti al loro </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">interno che possono adesso sciegliere, dopo lunghe e numerose </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">colluttazioni, una strada dinnanzi un bivio: o divenire </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">guardiani dannati per l’eternità ma conservare la coscienza </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">o reincarnarsi e continuare il percorso che porta alla </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">salvezza.</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">D’ora in poi vi racconterò ciò che separa Marco, autore </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">del Diaro e dunque mio creatore, da ciò che scelse in anticamera. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Sei diventarono guardiani, ma dieci scelsero di </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">provare la strada che porta all’ignoto finale.</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">-</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Cosa vuol dire “essere un Diario”, “essere un oggetto </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">inanimato”? </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Leggiamo una definizione da un qualsiasi dizionario: un </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">diario è una forma narrativa in cui il racconto - reale o di </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">fantasia - è sviluppato cronologicamente, spesso scandito </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">ad intervalli di tempo regolari, solitamente a giorni. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Bene, leggendo questa definizione, faticherete a riconoscermi </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">come un Diario. Ma dovete capire che qui, “cronologicamente”, </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">ha un significato molto diverso perché la cronologia</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">in questione è quella di un non vivente. Potrei essere la </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">cronaca della vita o di un periodo di vita di una persona, </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">ma anche la raccolta di annotazioni giornaliere in cui vengono </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">descritti fatti di rilievo, avvenimenti politici, sociali, </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">economici, osservazioni di carattere scientifico o altro.</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Non sono nulla di questo, io sono l’unione delle menti </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">di alcune reincarnazioni che si sono mescolate nei déjà vu </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">della persona di Marco, un “qualunque” di questa terra col </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">dono del ricordo transmodale. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Il dono dell’ubiquità, la facoltà di essere ovunque, è </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">stato il regalo più grande che ho ricevuto. Io sono qui, </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">tra le tue mani, ma sono anche qui, adesso che l’autore mi </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">scrive e sono li, tra gli scaffali di una libreria e sono là, nella </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">mente ai primordi del mio concepimento.</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Io racconto per mano di chi mi usa, di chi mi legge. Se </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">mi chiudi non posso raccontarti più nulla ma se continui ad </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">utilizzarmi, a conoscermi, potrai continuare a sapere ed è </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">questo il meraviglioso piacere della lettura, della conoscenza </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">attiva.</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">-</span></span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">Ricordo ancora il giorno che Marco cominciò a scrivermi; </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">è il mio primo ricordo e, prima di allora, non esistevo e me </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">ne stavo li, con le pagine bianche nel limbo degli oggetti in </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;">potenza, contingenti ma non necess</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">ari</span></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:georgia;font-size:medium;">.</span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 10px/normal Helvetica; "><span class="Apple-style-span" style="font-family:georgia;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Cominciò a scrivermi d’estate, mi pare fosse fine anni’90 ....</span></span></p>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-14027664372861059092011-03-28T02:33:00.001-07:002011-03-28T02:35:53.769-07:00Soltanto per loro: appena uscito!<div style="text-align: left;">Appena uscito per Aracne: per approfondire o acquistare on line: http://store.aracneeditrice.com/it/libro_new.php?id=5683</div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Arial Narrow', Arial, sans-serif; font-size: 12px; "><div class="copertina" style="float: left; width: 130px; height: 180px; margin-right: 5px; "><img id="libro" class="" src="http://www.aracneeditrice.it/copertine/3887.jpg" style="border-top-color: rgb(238, 238, 238); border-top-width: 2px; border-top-style: solid; border-right-color: rgb(221, 221, 204); border-right-width: 4px; border-right-style: solid; border-bottom-color: rgb(238, 238, 238); border-bottom-width: 0px; border-bottom-style: solid; border-left-color: rgb(238, 238, 238); border-left-width: 0px; border-left-style: solid; width: 127px; height: 180px; " /></div><div class="info_libro" style="float: left; width: 385px; "><p class="isbn" style="margin-top: 4px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; ">ISBN: 978-88-548-3887-1</p><p class="titolo" style="margin-top: 8px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-size: 12px; font-weight: bold; ">Soltanto per loro. Un manifesto per l’animalità attraverso la politica e la filosofia</p><a class="autori" href="http://store.aracneeditrice.com/it/autore.php?id=13776" style="color: rgb(158, 0, 93); text-decoration: underline; font-style: italic; margin-top: 4px; margin-right: 0px; margin-bottom: 8px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-weight: bold; font-size: 12px; ">Leonardo Caffo</a> <p class="anno" style="margin-top: 4px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; border-bottom-color: rgb(204, 204, 204); border-bottom-width: 1px; border-bottom-style: dotted; ">Anno pubblicazione: 2011</p><p class="formato" style="margin-top: 4px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; border-bottom-color: rgb(204, 204, 204); border-bottom-width: 1px; border-bottom-style: dotted; ">Formato: 17 x 24 cm</p><p class="pagine" style="margin-top: 4px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; border-bottom-color: rgb(204, 204, 204); border-bottom-width: 1px; border-bottom-style: dotted; ">Numero pagine: 136 / <a href="http://www.aracneeditrice.it/pdf/3887.pdf" target="_blank" style="color: rgb(158, 0, 93); text-decoration: underline; ">Pagine scelte per te</a></p><p class="prezzo" style="margin-top: 8px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-size: 13px; font-weight: bold; color: rgb(158, 0, 93); ">Prezzo: 9,00 euro</p><p class="aggiungi_al_carrello" style="margin-top: 4px; margin-right: 0px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-size: 13px; "><a href="http://store.aracneeditrice.com/it/store/aggiungi.php?id=5683&flag_offerta=0" style="color: rgb(158, 0, 93); text-decoration: underline; ">Aggiungi al carrello</a></p></div><div id="saggio" style="float: left; width: 570px; ">Richiedi saggio: <a href="http://store.aracneeditrice.com/it/moduli/saggio_docente.php" target="_blank" style="color: rgb(158, 0, 93); text-decoration: underline; ">Docente</a> / <a href="http://store.aracneeditrice.com/it/moduli/saggio_giornalista.php" target="_blank" style="color: rgb(158, 0, 93); text-decoration: underline; ">Giornalista</a></div><div class="clear" style="clear: both; "></div><div id="descrizione" style="margin-top: 40px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-size: 14px; line-height: 17px; "><p style="margin-top: 6px; margin-right: 0px; margin-bottom: 6px; margin-left: 0px; ">Anno dopo anno miliardi di animali non umani vengono uccisi per diversi scopi: nutrimento, abbigliamento, ricerca e divertimento. Una situazione analoga, ma con gli umani per oggetto, non sarebbe ovviamente tollerata; ma perché tolleriamo – e anzi giustifichiamo – una pratica e non l’altra? La risposta non è per nulla banale e ci spinge a guardare oltre il vivere quotidiano attraverso un percorso filosofico e politico.</p></div></span></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-67643586696577060092011-03-24T11:55:00.000-07:002011-03-24T11:57:03.189-07:00Mio articolo sul quotidiano Liberazione<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbrPK65c-B68j2JnJtXo5mgsP7keOViPs82N1l3pBERUc1ko3N6Pes6WcAwbX03F0Y6stW8-gHZl8VKHoNDF6KwNssYvu54QyCwF082-P19Z6g2ndHwhliBfJCpOmbMQVlIFTPX9uMPbX5/s1600/liberazione.gif"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 70px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbrPK65c-B68j2JnJtXo5mgsP7keOViPs82N1l3pBERUc1ko3N6Pes6WcAwbX03F0Y6stW8-gHZl8VKHoNDF6KwNssYvu54QyCwF082-P19Z6g2ndHwhliBfJCpOmbMQVlIFTPX9uMPbX5/s320/liberazione.gif" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587722340173996962" /></a><br /><div style="text-align: center;"><br />Oggi è uscito un mio articolo sul quotidiano Liberazione, anche se mi sono scordato di comprarlo. Si può leggere cliccando <a href="http://dl.dropbox.com/u/4171712/Liberazione%2024.03.11%20taglio%20orecchie_%20Torino%20stop%20circo_%20Garibaldi%20animalista.pdf">qui</a>.</div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-79332654799229680822011-03-19T03:13:00.000-07:002011-03-19T03:14:39.398-07:00Filosofi in cerca di lavoro<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibG5MbLNA5tsqapzd_v4PZ9JoAWow6tE3plcFG3W47PIeD6kwnSeLC7rJthST15ASJmtVemCAgpNDCZ6_Z3M4lG_iB3rSlmSFZqmZfTQNyFdSmOJsSVQcxmn6eb5bbU8SB_SZ250x_rGyu/s1600/moral-philosophy.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 360px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibG5MbLNA5tsqapzd_v4PZ9JoAWow6tE3plcFG3W47PIeD6kwnSeLC7rJthST15ASJmtVemCAgpNDCZ6_Z3M4lG_iB3rSlmSFZqmZfTQNyFdSmOJsSVQcxmn6eb5bbU8SB_SZ250x_rGyu/s400/moral-philosophy.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5585732416114197138" /></a>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-64317416803602229362011-03-13T07:31:00.000-07:002011-03-13T07:32:57.266-07:00Nasce il progetto Bio-violenza<span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 21px; font-family:Georgia, Utopia, 'Palatino Linotype', Palatino, serif;font-size:14px;"><div style="text-align: center;">http://bioviolenza.blogspot.com/</div><div style="text-align: justify; ">Il progetto BIO-VIOLENZA nasce dal desiderio di alcuni attivisti di denunciare, all’interno del vasto mondo dello sfruttamento degli animali a fini alimentari (allevamenti, pesca e caccia), l’emergente strategia produttiva e soprattutto ideologica di quei settori che a vario titolo promuovono forme di allevamento e macellazione cosiddette “sostenibili”, “etiche”, biologiche, rispettose dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, delle comunità locali e, perfino, del “benessere animale”. Riteniamo che tale filone di pensiero e di sfruttamento animale non sia per nulla etico e non rappresenti in alcun modo un avanzamento verso l’abolizione della schiavitù animale o verso la messa in discussione radicale dei rapporti uomo/altri animali. Riteniamo che esso debba essere denunciato smascherandone le contraddizioni, poiché la facciata di “sostenibilità” di questi allevamenti, apparentemente contrapposti agli allevamenti intensivi, permette ai consumatori di tacitare la propria coscienza che mostra segnali di risveglio, continuando a sostenere, commercialmente e politicamente, un massacro non accettabile e non “riformabile”.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><br /></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; ">Il progetto BIO-VIOLENZA si configura quindi come:</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; "><br /></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; ">a)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span>osservatorio sull’ideologia della “buona carne?”, che monitori lo sviluppo delle tematiche di allevamento biologico, sostenibile, etico e della relativa propaganda<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; ">b)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span>sviluppo di una contestazione puntuale delle contraddizioni di tali temi, contestazione tesa a mostrarne l’ipocrisia, la strumentalizzazione delle istanze di sensibilità verso gli animali, la non compatibilità con le esigenze del soggetto animale e con i suoi bisogni (vita, libertà, non sofferenza)<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; ">c)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span>promozione di iniziative di piazza e simili volte a rendere visibile la condizione animale, a criticare apertamente tali contraddizioni e a far emergere le esigenze vitali del soggetto oppresso (gli animali non umani “da reddito”) - soggetto degno di essere preso in considerazione indipendentemente dai temi associati al settore dell’allevamento non intensivo (qualità, salute dei consumatori umani, diritti dei lavoratori umani, impatto ambientale, ecc.). Tali iniziative dovranno essere messe in campo, in particolare, in occasione di fiere, congressi, manifestazioni di rilievo organizzate da istituzioni, associazioni, settori dell’industria della carne<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; "><strong><span style="font-weight: normal; ">d)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></strong>contestazione degli apparati istituzionali e para-istituzionali che sostengono l’industria e l’ideologia della violenza bio<strong><span style="font-weight: normal; "><o:p></o:p></span></strong></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; "><strong><span style="font-weight: normal; ">e)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></strong><strong><span style="font-weight: normal; ">sviluppo costante del sito che accoglierà segnalazioni, testimonianze, documenti e materiali sul tema<o:p></o:p></span></strong></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; "><strong><span style="font-weight: normal; ">f)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></strong><strong><span style="font-weight: normal; ">attività volta a scardinare i principi che sottendono l’apparente semplicità dell’impianto della “buona carne</span></strong>?<strong><span style="font-weight: normal; ">”; incentivare una nuova consapevolezza critica per ideare la “controffensiva” animalista nei confronti di questo nuovo tipo di sfruttamento che integra, nel “normale”, una crudeltà autentica e non diversa da quella degli allevamenti intensivi<o:p></o:p></span></strong></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt; "><strong><span style="font-weight: normal; ">g)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></strong><strong><span style="font-weight: normal; ">raccolta di adesioni individuali e collettive alle iniziative del progetto BIO-VIOLENZA, purché queste siano persone e realtà dichiaratamente contrarie ad ogni forma di oppressione e discriminazione anche in ambito intraumano</span></strong></div></span>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-85716588053502618412011-03-11T15:55:00.000-08:002011-03-11T15:58:13.609-08:00Pian(g)o solo<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjvh4U-5CkBN3mpgQyT7sm-Bob3ELtwPs25uOAe4QJmJgNvFdGoDVTEQH98j7pbm9fZqYbWqN3mAeZdEdvOiKM52snaQKZTrkD0SrMXVEdUwtztpKGu9ADaXrs_VxSDNZK_pwbzCfsY4rB/s1600/Piano_solo---02.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjvh4U-5CkBN3mpgQyT7sm-Bob3ELtwPs25uOAe4QJmJgNvFdGoDVTEQH98j7pbm9fZqYbWqN3mAeZdEdvOiKM52snaQKZTrkD0SrMXVEdUwtztpKGu9ADaXrs_VxSDNZK_pwbzCfsY4rB/s400/Piano_solo---02.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5582975769311631506" border="0" /></a>Anche io, gratta gratta, sono un solista ....<br /></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-29472139135200172432011-02-28T03:36:00.000-08:002011-02-28T03:37:48.348-08:00Liberazioni, nuovo numero!<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; "><a href="http://www.liberazioni.org/liberazioni-n3.html" target="_blank" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-style: italic; text-decoration: none; "><img src="http://www.oltrelaspecie.org/download/liberazioni/Liberazioni-04-fronte.jpg" alt="Liberazioni Rivista di Critica Antispecista" width="119" height="167" hspace="8" border="0" align="left" /></a><span class="titoliarticolibigred" style="color: rgb(236, 29, 37); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14pt; font-weight: bold; ">Liberazioni n.4</span><br /><span class="txtbred" style="color: rgb(236, 29, 37); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt; font-weight: bold; ">Rivista di Critica Antispecista</span><span class="titoliarticolibigred" style="color: rgb(236, 29, 37); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14pt; font-weight: bold; "><br /></span><span class="txtsmall" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 8pt; "><b>Primavera 2011</b><br /><br /><table border="0" cellspacing="0" cellpadding="0"><tbody><tr><td class="txtsmall" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 8pt; "><i class="txtbsmallred" style="color: rgb(236, 29, 37); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 8pt; font-weight: bold; line-height: 18pt; ">> Officina della teoria</i><br /><b>Massimo Filippi<br /></b>Storia naturale. Tesi per una filosofia della natura<b><br /><br />Roberto Marchesini<br /></b>Filosofia postumanista e antispecismo<b><br /></b><br /><i class="txtbsmallred" style="color: rgb(236, 29, 37); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 8pt; font-weight: bold; line-height: 18pt; ">> Territori delle pratiche</i><br /><b>Marco Maurizi</b><br />La disputa sugli argomenti indiretti: un falso problema<br /><br /><b>Steven Best</b><br />Un movimento per la liberazione totale<br /><br /><i class="txtbsmallred" style="color: rgb(236, 29, 37); font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 8pt; font-weight: bold; line-height: 18pt; ">> Tracce e attraversamenti</i><br /><b>Leonardo Caffo e Massimo Filippi </b><br />Cartesio e la separazione indimenticabile<br /><br /><b>Emilio Maggio</b><br />Considerazioni sul cinema inumano di Michelangelo Frammartino<br /><br /><b>Leonardo Caffo</b><br />Non serve la fantascienza. Note su automi, animali e teoria della mente<br /><br /><b>Eva Melodia</b><br />Riflessioni su buddismo e antispecismo</td></tr></tbody></table></span></span>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-42255706506472810432011-02-27T09:56:00.000-08:002011-02-27T10:00:39.146-08:00Questione di punti di vista ...<iframe title="YouTube video player" width="480" height="390" src="http://www.youtube.com/embed/BeVER3xRZjk" frameborder="0" allowfullscreen=""></iframe><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi un mio caro amico ha perso il padre improvvisamente. Tante cose peggiori esistono a questo mondo, questo è certo. Ma questa cosa mi ha fatto più male ...</div><div style="text-align: justify;">Il mio amico fa economia, ed appartiene alla gente "utile", così almeno dice Kent qua di sopra ma, gratta gratta, nella vita sarà importante, o gratificante, davvero non trovare la fila all'ufficio di collocamento? Credo di no, e non "c'ho" voglia di aggiungere altro, adesso. Adesso sono triste. </div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-2902846572350248492011-02-24T05:09:00.000-08:002011-02-24T05:11:13.155-08:00Analytic philosophy and themes related to planned, natural, and artifcial languages<p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">CALL FOR PAPERS | InKoj. Interlingvistikaj Kajeroj</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">http://riviste.unimi.it/index.php/inkoj</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(51, 50, 51); "><span style="color: #000000">June – July 2011: Analytic philosophy and </span>themes related to planned, natural, and artifcial languages</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">Advisory Editors: Brocca Ettore – Caffo Leonardo – Valore Paolo</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">Deadline for submission: May 2011</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">We invite scholars to submit papers focusing on the following topics:</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(51, 50, 51); "><span style="color: #000000">1. </span>Epistemological and ontological assumptions of artifcial and planned languages;</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(51, 50, 51); ">2. Formal logic considered as an artifcial language;</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">3. Cognitive linguistic and psychology of language;</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">4. The semantics of natural and artifcial languages;</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; ">5. The ethics of language.</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">Please send a pdf or a document in word format suitable for blind review to: <span class="Apple-style-span" style="color: rgb(2, 31, 141); ">paolo.valore@unimi.it</span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">Instructions for Authors:</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">Max. length:</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); "><span style="color: #000000">- </span>papers: 20 pp. (50.000 types, blankets, notes, and references included). Papers must</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">include an abstract (between 600 and 700 types) and a reference list.</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">- commentaries: 7 pp.</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">- book reviews: 4 pp.</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">Languages: English, Italian.</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(84, 90, 92); ">Download the Inkoj stylesheet (LaTex): <span class="Apple-style-span" style="color: rgb(2, 31, 141); ">http://riviste.unimi.it/index.php/inkoj/article/view/488</span></p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(51, 50, 51); "><span style="color: #000000">InKoj. Interlingvistikaj Kajeroj. </span>An Academic Journal of the University of Milan (Department <span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); "><span style="color: #333233">of Philosophy) and CELE: </span>Centre d'études linguistiques pour l'Europe. </span>The peer-reviewed journal InKoj (Interlingvistikaj Kajeroj) aims at flling the need for a</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(51, 50, 51); ">place of academic discussion and study of themes related to planned and artifcial languages, including both logical-linguistical analyses of morpho-syntactical structures and lexicon generation, as well as from a thought-historical perspective, focusing on their underlying epistemological and ontological assumptions. It is a genuinely philosophical domain, as its analysis involves categorial taxonomies, formal logic, mystical or religious inspirations, political and artistic utopian projects. On the other hand, the feld's inherent inter-disciplinarity determines a structure as open as possible to contributions by researchers in other disciplines, from psychology to information sciences, from mathematics to linguistics. The journal will also qualify as a privileged setting to discuss projects related to the protection of linguistic parity through the implementation of</p> <p style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; color: rgb(51, 50, 51); ">interlanguages, in plurilinguistic contexts such as the European Union.</p>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-21294024328829199632011-02-20T15:09:00.000-08:002011-02-20T15:13:27.337-08:00Cosa succede nel nostro cervello quando siamo empatici?<div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Comic Sans MS'; font-size: 16px; white-space: pre-wrap;">Mercoledì 23 febbraio ore 19-21</span></div><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Comic Sans MS'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">presso l'Ordine Psicologi della Lombardia, corso Buenos Aires 75, Milano</span></p><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">conferenza su</span></p><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 14pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(148, 54, 52); background-color: transparent; font-weight: bold; font-style: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Un approccio al tema della violenza e dell'empatia interspecifica</span></p><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span></p><hr /><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"></span><a href="http://www.opl.it/Allegati/Corsi%20-%20Master/20110223_Documentoin%20difesadegli%20animali.pdf"><span style="font-size: 8pt; font-family: Arial; color: rgb(148, 54, 52); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Presentazione del documento</span></a><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Comic Sans MS'; color: rgb(148, 54, 52); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> sulle valenze antiempatiche e antipedagogiche di situazioni e spettacoli in cui vengono impiegati animali senza rispetto per le loro caratteristiche di specie: circhi, zoo, sagre.</span><hr /><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Comic Sans MS'; color: rgb(148, 54, 52); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); font-size: 13px;">Il documento è già stato sottoscritto da oltre 600 psicologi</span></div></span><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">A cura della promotrice del documento, </span><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: bold; font-style: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">dr. Annamaria Manzoni</span><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: bold; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, </span><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">psicologa e psicoterapeuta OPL </span></p><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span></p><hr /><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Comic Sans MS'; font-size: 19px; color: rgb(148, 54, 52);">Cosa succede nel nostro cervello quando siamo empatici? </span></div></span><hr style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt; font-family: 'Comic Sans MS'; color: rgb(148, 54, 52); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: 'Times New Roman'; font-size: 16px;">Le basi neurali dell'empatia intra ed inter-specifica"</span></div></span><p style="text-align: center; margin-top: 0pt; margin-bottom: 0pt;"><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">A cura del </span><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: bold; font-style: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">prof. Massimo Filippi</span><span style="font-size: 12pt; font-family: 'Times New Roman'; color: rgb(0, 0, 0); background-color: transparent; font-weight: normal; font-style: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, neuroscienziato, Università Vita-Salute, San Raffaele </span></p>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-36710754282926166432011-02-11T16:03:00.000-08:002011-02-11T16:04:23.408-08:00Veganzetta, nuovo numero.<a title="View Veganzetta Numero 2 Inverno 2010 on Scribd" href="http://www.scribd.com/doc/48451561/Veganzetta-Numero-2-Inverno-2010" style="margin: 12px auto 6px auto; font-family: Helvetica,Arial,Sans-serif; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; font-size: 14px; line-height: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; -x-system-font: none; display: block; text-decoration: underline;">Veganzetta Numero 2 Inverno 2010</a> <object id="doc_762206423725814" name="doc_762206423725814" height="600" width="100%" type="application/x-shockwave-flash" data="http://d1.scribdassets.com/ScribdViewer.swf" style="outline:none;"> <param name="movie" value="http://d1.scribdassets.com/ScribdViewer.swf"> <param name="wmode" value="opaque"> <param name="bgcolor" value="#ffffff"> <param name="allowFullScreen" value="true"> <param name="allowScriptAccess" value="always"> <param name="FlashVars" value="document_id=48451561&access_key=key-yku4cdsm55z3tshimml&page=1&viewMode=list"> <embed id="doc_762206423725814" name="doc_762206423725814" src="http://d1.scribdassets.com/ScribdViewer.swf?document_id=48451561&access_key=key-yku4cdsm55z3tshimml&page=1&viewMode=list" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="600" width="100%" wmode="opaque" bgcolor="#ffffff"></embed> </object>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-17815357460917250872011-02-11T15:59:00.000-08:002011-02-11T16:01:24.141-08:00Al Politecnico per l'UAAR è andata così ..<iframe src="http://player.vimeo.com/video/19714264" width="400" height="300" frameborder="0"></iframe><p><a href="http://vimeo.com/19714264">Gli strumenti del pensiero - 1</a> from <a href="http://vimeo.com/uaarmilano">Circolo UAAR di Milano</a> on <a href="http://vimeo.com/">Vimeo</a>.</p><br /><img style="visibility:hidden;width:0px;height:0px;" border="0" width="0" height="0" src="http://c.gigcount.com/wildfire/IMP/CXNID=2000002.0NXC/bT*xJmx*PTEyOTc*Njg4NDQyNzQmcHQ9MTI5NzQ2ODg1MzgwNiZwPTEwMTkxJmQ9c3NfZW1iZWQmZz*yJm89OWNjZDM5NmM1YmQ4/NDMyN2E1YTM2N2UwNjNjNWI5NjEmb2Y9MA==.gif" /><div style="width:425px" id="__ss_6894551"><strong style="display:block;margin:12px 0 4px"><a href="http://www.slideshare.net/UAAR_Milano/gli-strumenti-della-ragione-1" title="Gli Strumenti del Pensiero - 1">Gli Strumenti del Pensiero - 1</a></strong><object id="__sse6894551" width="425" height="355"></object></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-38531010629718048252011-02-03T05:11:00.000-08:002011-02-03T05:32:41.889-08:00Alcune note, nuotanti<div style="text-align: justify;"><h6 style="font-weight: normal;" class="uiStreamMessage" ft="{"type":"msg"}"><blockquote><span style="font-size:100%;"><span class="messageBody"><span style="font-style: italic;font-size:130%;" >Se una pianta non può vivere secondo la propria natura, essa muore; e così un uomo</span><span style="font-size:130%;">. (Thoreau, dicono)</span><br /></span></span></blockquote></h6>Ultimamente, diciamolo, ne abbiamo sentite delle belle (e delle brutte, punti di vista). La politica, arte nobile per definizione, sacrificio aristotelico a beneficio della collettività si è ridotta, e non solo nel bel paese, ad un modo per far soldi simile, per modi e maniere, ad attività imprenditoriali che si sfidano nella scalata al grattacielo di Horkheimer. Io non entro nel merito delle vicende, di nessuna vorrei dire, puttane e puttanieri, leccaculo e culi-umidi, giornalisti e giornalai. L'essere dotato di critica parola sa, già da solo, commentare quanto le varie agenzie di informazione gli dicono. Il vero problema qui, e non voglio scrivere di filosofia, è che si è perso il dominio d'azione sulle proprie esistenze - uno sbaraglio totale - che mira alla perdizione. Non riusciamo a padroneggiare ciò che, più intimamente, dovremmo riuscire a comprendere: il nostro tempo. Indipendentemente dal fatto che esista, o non esista, una dimensione oggettiva del tempo, indipendentemente dalle questioni fisiche complesse sulla natura di questa entità teorica, il nostro modo di vivere è profondamente malato, davvero malato.<br />Che ci sia bisogno di un impiego per vivere la vita è già cosa triste di per se ma che, questo tanto ambito impiego, oscilli tra l'inutile ed il violento qui risiede il vero problema. Qualunque cosa si dica, un mondo brutto, pieno zeppo di sofferenze ed ideologie giustificazioniste si erge intorno a noi offuscandoci. Eppure, di fronte alle urla della vita, alle grida dell'esistente, riusciamo solo ad occuparci di epifenomeni di ordine superiore: magistrati, presidenti, aziende ed imbecilli. E poi i dibattiti, le mostre, le conferenze e quante, quante energie indirizzate nel vuoto, perse nell'entropia e quanto poco basterebbe, invece, per bloccare questo scempio per dedicarsi, con pazienza, all'epoché.<br />Non servono ulteriori considerazioni per cambiare, cambiandosi. Le opinioni, così recitava un'insegna nel parlamento europeo, a ricordo, sono come i chiodi: se ci picchi su, entrano più a fondo nel muro.<br />Dicotomie inesistenti e falsi miti, esami universitari e conoscenze costruite, di questo abbiamo bisogno nell'alternanza della vita e mentre fuori, il cielo stellato conserva ancora una vista di tutto rispetto, nelle cantine del grattacielo gli animali urlanti, e gli schiavi morenti, ci permettono di continuare a giocare con la nostra vita aspettando, in religioso silenzio, che qualcun0 se la porti via per piangere un po', ed <span style="font-style: italic;">again</span>.<br /></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-72272340144669498902011-02-02T06:32:00.000-08:002011-02-02T06:34:27.081-08:00Sul prossimo numero di Liberazioni, dicono.Apparirà su <span style="font-style: italic;">Liberazioni</span> (4: 2011):<br /><br /><style>@font-face { font-family: "Times New Roman"; }@font-face { font-family: "ArialMT"; }@font-face { }@font-face { }@font-face { }@font-face { }@font-face { font-family: "Cambria"; }p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: Cambria; }h4 { margin-right: 0cm; margin-left: 0cm; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }p.MsoFootnoteText, li.MsoFootnoteText, div.MsoFootnoteText { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: Cambria; }span.MsoFootnoteReference { vertical-align: super; }a:link, span.MsoHyperlink { color: navy; text-decoration: underline; }a:visited, span.MsoHyperlinkFollowed { color: purple; text-decoration: underline; }table.MsoNormalTable { font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman"; }span.FootnoteCharacters { vertical-align: super; }span.msoIns { text-decoration: underline; color: teal; }div.Section1 { page: Section1; }</style> <p class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"><b>Animali come automi</b></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Secondo Cartesio<a style="" href="#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="">[1]</span></span></a> – le cui idee hanno influenzato buona parte della filosofia contemporanea – gli animali sono privi di mente, incapaci di pensare e la loro natura li rende simili a degli automi. Gli animali, infatti, come gli automi, non possiedono il linguaggio, inteso come capacità di combinare segni o parole in maniera creativa per comunicare i propri pensieri; e, inoltre, qualora anche manifestassero in certi specifici ambiti capacità superiori a quelle umane, fallirebbero poi in tutto il resto non essendo in grado di svolgere compiti per i quali non sono specificamente predisposti. Invece l’uomo, a differenza degli animali/automi, essendo dotato di mente e razionalità, è sempre in grado di affrontare nuove situazioni, poiché la razionalità è uno strumento universale utilizzabile in ogni occasione.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Da come Cartesio descrive gli automi sembrerebbe che questi siano delle copie di qualcos’altro e che, come copie, siano manchevoli di un’essenza autentica ed originale che li renda davvero in grado di affrontare le infinite vicissitudini dell’esistenza, ovvero, come scriverà qualche secolo più tardi Isaac Asimov, sono </span><span style="font-size: 13pt; font-family: "Times New Roman";">«</span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">programmati a comportarsi come si comportano</span><span style="font-size: 13pt; font-family: "Times New Roman";">»<a style="" href="#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="">[2]</span></span></a></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">. </span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Le </span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);">tesi cartesiane esposte nel <i>Discorso sul metodo</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);"> in relazione alle capacità cognitive degli animali e degli esseri umani, sono oggetto di un ampio dibattito nel mondo scientifico e filosofico contemporaneo, poiché sollevano, tra gli altri, importanti questioni sul piano morale. Sostenere, infatti, che gli animali siano simili a degli automi comporta che da un lato vengano loro disconosciuti stati mentali basilari quali il dolore o il piacere come conseguenza di capacità cognitive piuttosto che come semplice riflesso meccanico e istintuale, e dall’altro vengano privati di una teoria della mente che riconosca loro la capacità di attribuire ad altri individui un qualunque stato mentale. In altre parole, enunciati come “il mio cane è felice” o “quando sono triste il mio gatto mi viene sempre accanto” perderebbero completamente di senso.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);">Contro le tesi di Cartesio e la sua visione meccanicistica dell’animalità, che al contempo riduce l’animale in <i>cosa</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);"> e attribuisce all’uomo, in quanto dotato di mente, uno <i>status </i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);">speciale rispetto agli altri esseri viventi, si sono espressi molti autori<a style="" href="#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="">[3]</span></span></a> non solo in ambito filosofico; tra questi, basti ricordare il matematico Antoine Arnauld ed Elisabeth von der Pfalz, meglio nota come la principessa di Boemia. Entrambi, infatti, contestavano al filosofo che si potesse passare, dalla concepibilità di qualcosa (la mente senza un corpo), all’esistenza reale di questa cosa stessa e, in qualche modo, questo evidenzia come l’impossibilità di verificare l’esistenza della mente priva di un corpo mini il progetto cartesiano di nobilitare l’uomo proprio attraverso la proprietà di possedere qualcosa di cui, infatti, non è possibile verificare l’esistenza. </span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: red;"></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);">Uno degli ambiti in cui la relazione uomo/animale/macchina può emergere in tutta la sua complessità, emancipata da possibili pregiudizi accademici, è quello letterario, in particolare il filone fantascientifico. Leggendo, infatti, il racconto di Isaac Asimov dal titolo <i>Il fedele amico dell’uomo</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);"> è possibile immergersi, provando a seguire un percorso non prettamente scientifico, nel dibattito scaturito dalle tesi di Cartesio.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);"><b> </b></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: rgb(35, 31, 32);"><b>Cervello positronico, ovvero le menti delle “creature altre”</b></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: red;"></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Asimov ci racconta di Jimmy, un ragazzino tutto tuta spaziale e gravità, la cui specialità è il salto del canguro sul cratere lunare. Robotolo, un automa dalle sembianze di cane, è il suo grande amico con cui trascorre, come sempre, le lunghe giornate.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Per tutti – anche per Jimmy – arriva però, inesorabile, il giorno duro della “verità”: il padre, pensando di fare un piacere al giovane cosmonauta, svela che quel piccolo corpicino lungo appena trenta centimetri, luccicante e con la testa senza bocca, occhi vitrei e bernoccolo, non è altro che un automa, una macchina che agisce secondo un programma (un codice sequenziale di istruzioni prestabilite) e non secondo volontà, materia fredda e <i>inanimata</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"> che verrà presto sostituita con qualcosa di <i>vero</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">, qualcosa che può amare<i> veramente</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"> e <i>veramente</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"> essere amato.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Asimov ci pone di fronte ad almeno tre possibili piani di lettura: quello del padre (la scienza meccanicistica cartesiana), la cui comprensione del mondo avviene tramite modelli identitari e relazionali prestabiliti, razionalmente riconosciuti e riconoscibili e di conseguenza universali e immutabili; quello del figlio, che si rapporta al suo compagno di giochi, che potremmo definire <i>diversamente-vivente</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">, in termini di relazione, cioè di pura e semplice vita vissuta; e infine quello dell’automa, al quale è negata la possibilità stessa di avere un punto di vista.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">Nella prima prospettiva, in cui si inserisce la tradizione filosofica che delinea, già a partire da Cartesio, l’idea dell’<i>animalità robotica, </i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">non preoccupa solo ed esclusivamente perché mortifica le capacità degli animali, i loro sentimenti e le loro emozioni, ma soprattutto perché giustifica, in riferimento a principi generali e universali (la razionalità, appunto, come strumento discriminante universalmente valido), un sistema di violenza istituzionalizzato, la cui tragicità, in un crescendo esasperato, esplode oggi nella cosiddetta Questione animale. L’assassinio di animali perpetrato sistematicamente<span style=""> </span>dall’uomo, l’enorme massacro di vite animali che, oggi ancor di più, avviene nell’indifferenza e nel silenzio più totali, è possibile proprio perché termini come «assassinio» e «massacro» perdono completamente di senso se non rivolti ad <i>esseri</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"> ma a <i>cose</i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">, ad automi. Se gli animali, come robot, non hanno teoria della mente e sono privi di stati mentali, «dolore» e «sofferenza» diventano termini vuoti inapplicabili allo stupro, costante, dell’animalità.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">La maggior parte degli argomenti cartesiani, come quelli riguardo il dualismo mente – corpo, sono ancora discussi nella letteratura filosofica ma, alcuni studi sull’<i>animal cognition</i></span><a style="" href="#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"><span style="">[4]</span></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"> hanno ormai dimostrato, se pur in modo antropocentrico, le enormi potenzialità delle diverse specie, svelando la complessità che si nasconde dietro la genericità riduttiva del termine «animale» e come, il l’entità teorica “mente” abbia un’estensione molto più ampia che, infatti, non si riduce solo all’uomo.</span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;"><span style=""> </span>Quello che stupisce nel racconto di Asimov, attraverso lo sguardo <i>ingenuo </i></span><span style="font-family: "Times New Roman"; color: black;">di un bambino, è il messaggio di fiducia nei confronti dell’automa inteso come «altro da sé», come diverso. Il bambino Jimmy, ricevendo dal padre l’amara notizia riguardo al «cane – macchina», non reagisce come ci si potrebbe aspettare, provando sdegno ma per aver condiviso dei momenti, delle emozioni, con quella che viene definita – cartesianamente – una “macchina” ma replica: </span><span style="font-family: "Times New Roman";">«<span style="color: black;">Robotolo non è un’imitazione papà. </span>È<span style="color: black;"> il mio cane</span>»<a style="" href="#_ftn5" name="_ftnref5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="">[5]</span></span></a>. Jimmy continua la sua obiezione attraverso un’argomentazione molto complessa sostenendo che è impossibile stabilire quale sia l’imitazione di qualcosa e quale no, perché tutti potremmo fingere di avere sentimenti, gioie e dolori ma in realtà non averne affatto. Quello che conta, per Jimmy, è l’affetto che lui sente di ricevere da Robotolo, che è <i>autentico</i></span><span style="font-family: "Times New Roman";">, e ciò che gli viene detto non importa. Parafrasando Asimov, potremmo dire che ciò che conta, in una questione così complessa, non è quello che la scienza o gli argomenti di filosofia della mente ci dicono, ma quello che noi sentiamo nel momento del reale contatto con l’Altro, nel momento in cui, davvero, azzeriamo le nostre barriere concettuali e tendiamo la mano verso una profonda ricongiunzione con ciò che non possiamo carpire fino in fondo ma che, se pur con molte difficoltà, possiamo comprendere instaurando un percorso che mira al <i>sentire</i></span><span style="font-family: "Times New Roman";">, non al <i>capire</i></span><span style="font-family: "Times New Roman";">. </span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman";">È attraverso questo richiamo alla sensibilità – sensibilità che lungi dall’essere “pazzia”, semplice cadere nell’emotività incontrollata e irrazionale, è semmai supportata da una razionalità <i>autentica</i></span><span style="font-family: "Times New Roman";">,<i> </i></span><span style="font-family: "Times New Roman";">che respingere per l’appunto l’impersonalità del razionalismo scientifico - che Jimmy da eroe fantascientifico diventa eroe antispecista, e comincia a stringere forte al petto Robotolo, sussurrandogli con dolcezza: «<span style="color: black;">Ma che differenza c’è tra il comportamento di uno e quello di un’altro? Non si pensa a quello che sento io? Amo Robotolo, ed è solo questo che conta<a style="" href="#_ftn6" name="_ftnref6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="">[6]</span></span></a></span>».<span style="color: red;"> </span></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman";">Ed è così che il piccolo corpicino di Robotolo, il piccolo corpicino di un automa, si avvolge in un infinito abbraccio esistenziale con Jimmy, e ciò che resta di fronte l’umana arroganza e l’antropocentrica scienza è solo il suono, dritto al cuore, di una serie di acuti guaiti. Guaiti di felicità. </span></p> <div style=""><br /> <hr size="1" width="33%" align="left"> <div style="" id="ftn1"> <p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><a style="" href="#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"><span style="">[1]</span></span></span></a><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"> Renato, Cartesio, <i>Discorso sul metodo</i></span><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";">, trad. it. di Giuseppe, de Lucia, Armando Editore, Roma,<span style=""> </span>1999<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T10:54">.</ins></span></span></p> </div> <div style="" id="ftn2"> <p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><a style="" href="#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"><span style="">[2]</span></span></span></a><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"> <span style="color: black;">Isaac Asimov, <span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T10:58">«</ins></span>Il fedele amico dell’uomo<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T10:58">»</ins></span>, in <i>Id.</i></span><span style="color: black;">, <i>Tutti i miei robot</i></span><span style="color: black;">, trad. it. di Laura Serra, Mondadori, Milano 1985, pp. 9 – 12. </span></span></p> </div> <div style="" id="ftn3"> <h4><a style="" href="#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="font-size: 10pt;"><span style="">[3]</span></span></span></a> <span style="font-size: 10pt; font-weight: normal;">Cfr. Sandro<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:07"> </ins></span>Zucchi, <i>Descartes sulle differenze tra l’anima nostra e l’anima dei bruti</i></span><span style="font-size: 10pt; font-weight: normal;">, prima lezione del corso Cognizione<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:20">, </ins></span>linguaggio e diritti degli animali”<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:18"> </ins></span>tenuto all’Università <span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:18"><span style=""> </span></ins></span>degli studi di Milano<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:21"> </ins></span>nell’anno<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:18"> </ins></span>accademico 2009-10, reperibile in<span class="msoIns"><ins cite="mailto:Liberazioni%20Rivista%20antispecista" datetime="2011-01-23T13:18"> </ins></span><a href="http://www.filosofia.unimi.it/zucchi/NuoviFile/Uno-Descartes09.pdf.zip">http://www.filosofia.unimi.it/zucchi/NuoviFile/Uno-Descartes09.pdf.zip</a>.</span></h4> </div> <div style="" id="ftn4"> <p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><a style="" href="#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"><span style="">[4]</span></span></span></a><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"> Cfr. Felice Cimatti, <i>Mente e linguaggio degli animali. Introduzione alla zoosemiotica cognitiva</i></span><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";">, Carocci, Roma 1998. </span></p> </div> <div style="" id="ftn5"> <p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><a style="" href="#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="FootnoteCharacters"><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"><span style="">[5]</span></span></span></a><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"> I. Asimov, <i>op. cit</i></span><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";">. p. 11. </span></p> </div> <div style="" id="ftn6"> <p class="MsoFootnoteText"><a style="" href="#_ftnref6" name="_ftn6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="">[6]</span></span></a> <span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";"><i>Ibidem</i></span><span style="font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman";">, p. 12. </span></p> </div> </div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7699711358184595436.post-75465291725788803382011-01-07T05:18:00.000-08:002011-01-07T05:21:31.549-08:00Università dell'età della ragione<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;">A breve comincerà un'ottima iniziativa dell'UAAR e del Politecnico di Milano a cui parteciperò come relatore e che ho contribuito, se pur in minima parte, ad organizzare. Ecco come si presenta:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;">I</span><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;">n una società sempre più secolarizzata, ma al tempo stesso sottoposta all’influenza sempre più intensa di un numero sempre maggiore di visioni del mondo religiose, è imperativo aver pronti gli strumenti culturali per poter sviluppare un dialogo laico e razionale sulle molteplici questioni che ormai affollano il tavolo della discussione. Per favorire l’acquisizione di questi strumenti, il circolo di Milano dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti organizza una piccola <a href="http://www.uaarmilano.it/universita-delleta-della-ragione" target="_blank" style="color: rgb(206, 92, 0); text-decoration: none; ">Università dell’età della ragione</a>: quattro corsi, di quattro lezioni l’uno, che toccano diversi temi legati alla laicità.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;">Per info e approfondimenti su dove, come, quando e perché:</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(51, 51, 51); line-height: 19px; font-family:Verdana, Arial, sans-serif;font-size:13px;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); line-height: normal; border-collapse: collapse; font-family:arial, sans-serif;"><a href="http://www.uaarmilano.it/universita-delleta-della-ragione" target="_blank" style="color: rgb(0, 84, 136); ">http://www.uaarmilano.it/<wbr>universita-delleta-della-<wbr>ragione</a><br /><a href="http://www.uaarmilano.it/uer-gli-strumenti-del-pensiero" target="_blank" style="color: rgb(0, 84, 136); ">http://www.uaarmilano.it/uer-<wbr>gli-strumenti-del-pensiero</a><br /><a href="http://www.uaarmilano.it/eventi/2011/gli-strumenti-del-pensiero-i" target="_blank" style="color: rgb(0, 84, 136); ">http://www.uaarmilano.it/<wbr>eventi/2011/gli-strumenti-del-<wbr>pensiero-i</a><br /><a href="http://www.uaar.it/news/2011/01/06/universita-dell-eta-della-ragione" target="_blank" style="color: rgb(0, 84, 136); ">http://www.uaar.it/news/2011/<wbr>01/06/universita-dell-eta-<wbr>della-ragione</a><br /><a href="http://www.facebook.com/event.php?eid=185956558096771&index=1" target="_blank" style="color: rgb(0, 84, 136); ">http://www.facebook.com/event.<wbr>php?eid=185956558096771&index=<wbr>1</a> <a href="http://www.facebook.com/event.php?eid=185956558096771&index=1" target="_blank" style="color: rgb(0, 84, 136); ">http://www.facebook.com/<wbr>event.php?eid=185956558096771&<wbr>index=1</a>></span></span></div>Leonardo Caffohttp://www.blogger.com/profile/04730752881998065686noreply@blogger.com0