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mercoledì 26 agosto 2009

La nostra responsabilità per la natura.


L'ambiente, mai stata questione più dibattuta. In un epoca in cui le scorie radioattive si abbandonano in mare, e le cicche di sigaretta si accatastano per le spiagge del mondo, è del filosofo John Passmore che voglio parlare.
Passmore, professore di filosofia alla Australian National University, autore di un libro meraviglioso uscito in Italia per feltrinelli nel 1986, due anni prima che io nascessi, e da allora non fù più ristampato. Salvatore Veca, suggerì a feltrinelli la publicazione di questo libro, ed è sua la recensione da cui traggo spunto per la mia liberamente. L'ambiente, è oggi non una parte della natura, ma la natura stessa. Pone questioni fondamentali, per noi, e per le generazioni future. Il discorso ecologico genera una famiglia di dilemmi tecnologici, scientifici ed economici. La filosofia, se usata nel giusto modo, può essere una corretta guida risolutoria. La natura non è una cosa verso cui l'uomo deve essere responsabile, noi, dobbiamo essere responsabili perchè siamo la natura stessa, e ogni maltrattamento di essa equivale ad un lento suicidio. Passmore, seppur con considerazioni che divergono dal mio personale modo di vedere la quesione, affronta le questioni ambientali in una prosprettiva storica, analitica e critica. Nessuna voglia di arenarsi in posizioni di denuncia, anzi, una posizione costruttiva che "lancia" idee future per la salvaguardia del pianeta. La responsabilità causale per la natura, genera una responsabilità morale da cui non i può assolutamente prescindere. La specie umana, deve sviluppare e introiettare una filosofia ecologica, magari guardando al rapporto uomo natura dell'oriente antico. Il nostro modo di porci nei confronti di flora e fauna deve mutare alla radice, l'uomo non è ciò che dall'alto della sua razionalità dispone delle cose naturali. L'uomo è una di queste cose, e pertanto come tale si deve comportare. Il pianeta vive, e noi lo stiamo uccidendoinesorabilmente, con esso morirà anche la speranza per il futuro della nostra specie. Il benessere del presente non ci deve distrarre: "La felicità non è vivere, ma vivere bene" (Seneca).

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