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giovedì 10 dicembre 2009

Piume (http://qualcosadelgenere.splinder.com)

Seneca diceva che la felicità non risiede nel piacere ma nella virtù e con buona probabilità non si era mai scopato una negra.

Non sarà il miglior messaggio contro il razzismo mai scritto, ma se c’è una cosa in cui eccelle una nigeriana piegata a novanta non è certo raccogliere cotone. E chi sono io per contraddire Nelson Mandela?

Per come la vedo io, il sesso è l’unico ambito della sfera sociale in cui le distinzioni razziali dovrebbero essere ampiamente legittimate. Il sesso e i posti a sedere sui bus.

E giungereste a conclusioni sorprendentemente concordi con le mie, se solo chiedeste alla vostra ragazza cosa ne pensa dell’uccello di Lenny Kravitz. Si chiama Panzerotto; è un canarino a piume arricciate del sud della California che lo stravagante Lenny è solito portare con sé nelle estenuanti tournée in giro per il mondo.

Appollaiato sul suo cazzo di trentuno centimetri.

Diffidate da qualunque donna sostenga che le misure non sono importanti. Riusciranno a farmi bere quest’ipocrita fandonia solamente il giorno in cui ne vedrò qualcuna uscire da un sexy shop con un vibratore di dimensioni inferiori a quelle del Belgio.

“Salve, vorrei uno di quei falli di gomma di proporzioni irrisorie esposti in vetrina”.

“Sono desolato, signora Dalla Chiesa, ma sono tutti prenotati. Come ben saprà il gentil sesso da sempre vede di buon occhio anche organi sessuali di modesta entità. Purtroppo ci è rimasto solo questo enorme pene in lattice: lo chiamano l’Achille Lauro dei dildo; è talmente grosso che la scatola d’imballaggio l’hanno progettata Christo e Jeanne-Claude”.

“Non saprei. Per quanto sia l’affermata donna di spettacolo che tutti ben conoscete, nutro per i peni grandi la comune indifferenza che provano tutte le donne. D’altra parte potrei sempre adoperarlo per sporadiche penetrazioni anali. Le spiace se, in via del tutto eccezionale, lo provo adesso? Sa, è mezzogiorno ed il suo disdicevole negozietto si affaccia su una Scuola Montessori: non vorrei crearle problemi”.

“Una beniamina dell’intrattenimento televisivo come lei può permettersi questo ed altro. Oh, stia attenta, signora Dalla Chiesa: un cocker le sta defecando sulla gamba”.

“Dannazione, pare siano schizzi di diarrea. Credo che li coprirò appiccicandoci sopra queste piume arricciate che ho fortuitamente rinvenuto sul dorso di un canarino. Ma la prego, mi chiami per nome”.

“Non sa quanto vorrei. Ma dubito fortemente che i lettori di qualcosadelgenere siano disposti a pagargli un avvocato”.

Ma torniamo al cazzo dei negri.

Non so dirvi con esattezza quanto dovrebbe esser lungo il vostro pene per esser certi che non sia piccolo, ma se ve lo state chiedendo non è un buon indizio.

Grazie al cielo non ho di questi problemi. Il mio uccello è talmente grande che si è scritto da solo questa battuta.

Scherzi a parte, so di avere un pene enorme perché guardavo quelli degli altri nello spogliatoio del liceo. Avevo sei anni e mi davano in cambio un Mars.

Ad ogni modo, sfatiamo una volta per tutte questa storia della regola della L. Non è supportata da nessun fondamento anatomico e mi rifiuto categoricamente di credere che ci possa essere una qualunque sorta di intervento divino volto a risarcire sessualmente i nani. Checché ne dica la CEI.

Suvvia, ditemi il nome di un nano famoso che ha sfondato nel porno.

Non vi viene in mente niente. E sapete perché? Perché nessun fottuto gnomo del cazzo ha sfondato nel porno; gli unici nani che avete visto al cinema si muovevano in branchi da sette o erano intrappolati dentro R2D2.

Mi piace fare battute sui nani perché statisticamente le probabilità che qualcuno se la prenda sono infime. Mi piace fare battute sui nani e sulle persone che hanno subito amputazioni. Voglio dire, quanti monchi mi leggeranno? E quanti di questi potrebbero scrivermi una mail di protesta?

Sempre che non li aiutino quelli di Emergency, ovvio.

Bisogna però ammettere che negli ultimi anni la biotecnologia medica ha compiuto passi da gigante. A mia zia per esempio hanno impiantato un’avveniristica protesi prensile in titanio collegata al sistema nervoso tramite un microchip che le permette di afferrare oggetti con una tale naturalezza che sta seriamente pensando di farsi amputare anche l’altra mammella.

Il sesso coi cinesi invece è terribilmente noioso.

E lo dimostra il fatto che l’unico espediente per rendere appetibile un video asiatico su YouPorn è imbracare una teenager su una pedana semovente agganciata ad un binario che la proietta a velocità considerevoli dentro una vasca ricolma di soia dove la attendono dodici ominidi con gli occhi a mandorla intenti a massaggiarsi testicoli grossolanamente censurati da quadratoni sfocati.

Mi ha sempre affascinato l’idea di una cultura così bigotta da oscurare scrupolosamente i propri organi genitali ma nel contempo immorale quanto basta a consentire a dodici carpentieri di Hong Kong di eiaculare su una diciottenne.

Qualche tempo fa stavo facendo sesso con una donna in menopausa quando sullo schermo è apparsa questa ragazzina nipponica che attendeva paziente che sette lottatori di sumo sborrassero a turno dentro un bicchiere da brandy. Ditemi voi se non è una delle cose più disgustose che abbiate mai sentito. L’avrebbe mandato giù in un sorso, se solo Michele Mirabella non avesse mandato la pubblicità.

“C’è una telepromozione, Qualcosa. Che ne dici di provare il mio nuovo dildo?”

“Temevo non me l’avresti mai chiesto, Rita”.

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