Sabato 29 Maggio, in via festa del perdono 7 si terrà una maratona di lettura, organizzata da Quilp, seminario permanente di etica e animalismo. Mi permetto di riproporre qui, anzi di anteporre qui, su Caosmo, quello che dirò come se lo dicessi adesso, vabé … si è capito. Mi sembrava giusto chiamare questo discorsetto (preliminare alla mia lettura di un testo di Coetze) “Qualcosa non quadra”.
Vediamo …
Ah, il discorso ha degli indirizzati diversi rispetto ai lettori del blog, quindi nessuno si senta chiamato in causa. Lo si è detto… è un esperimento e noi siamo le cavie.
«Se tutto andasse come dovrebbe andare… oggi non saremmo qui. Siamo qui e, dunque, mi sa che le cose non vanno mica bene. Ma partiamo dall’inizio che altrimenti sono guai. Leonardo da Vinci nasce nel 1452 e muore nel 1519. Era vegetariano e, per quello che alcune fonti ci hanno trasmesso, animalista convinto. Franco Libero Manco nel suo testo L’alba della nuova civiltà attribuisce a Leonardo queste parole: “Verrà il tempo in cui l’uccisione di un animale sarà considerata alla stessa stregua dell’uccisione di un uomo.”
Ora – lo ripeto – Leonardo, se davvero ha affermato quanto ci dice Manco, lo ha fatto a meno di esperienze del terzo tipo, intorno al 1500. Oggi è il 29 Maggio del 2010. Quel tempo pronosticato da Leonardo non è ancora arrivato. Cerchiamo di capire insieme il perché. L’omicido di un essere umano è un reato grave punito severamente dalle legislazioni delle società civili. Ancora, l’omicidio di un essere umano è considerato, tranne particolari eccezioni su cui non mi soffermerò, dalle teorie religiose come uno dei peccati più gravi di cui l’anima e lo spirito si possano macchiare. In Italia esiste una legge che tutela il diritto alla vita degli animali…
La legge in questione è la 463 del 1993 inserita nel codice penale; le sanzioni vanno dai 3 ai 18 mesi.Tralasciamo pietosamente, in questa sede, la discussione che si sofferma sulla “pochezza” della punizione e discutiamo di altro. Esiste dunque questa legge che punisce chi uccide gli animali. Intervistiamo ora un uomo che ha tutte le caratteristiche dell’uomo che conosciamo tutti, conosce il diritto, capisce l’italiano, ne coglie le implicature e conosce le sfacciettature della società. Una particolarità di quest’uomo, però, è quella di non essere esso stesso un individuo sociale ed è dunque all’oscuro di quail sono le reali e fattuali pratiche del nostro sistema.
Se chiedessimo a quest’uomo dopo avergli reso nota la legge 463 se, secondo lui, in Italia è possible restare impuniti dopo aver ucciso un animale possiamo essere sicuri che la sua risposta sarebbe: no. Se gli chiedessimo, incalzandolo, come giustificherebbe sulla scorta di questa legge l’istituzionalizzazione della morte dell’animale sicuramente, e dando per scontato che conosca un po’ di semplice “logichetta”, state sicuri che non avrebbe difficoltà ad individuare una contraddizione. Bene, anzi male, questa contraddizione giuridica esiste.
Esiste ed è arrivato ai suoi massimi storici. Permettetemi in una maratona letteraria di annoiarvi con un po’ di numeri. In Europa, ogni anno, per la sola sperimentazione muoiono 10.512.0001 di animali. Con un calcolo non complesso si può dimostrare che questo dato equivale ad affermare che in Europa muore un animale ogni 3 secondi. Badate bene che ho precisato che questo dato appartiene alla sola Europa e, nello specifico, alla sola sperimentazione animale. Il dato globale è disarmante. Per la sola produzione alimentare muoiono ogni anno nel mondo circa 6o miliardi di animali. 60 miliardi… Forse non vi è chiaro.
Noi uomini siamo, all’incirca, 5 miliardi. Sapete quante volte sta il numero 5 nel numero 60? 12 volte. Ogni anno muoiono animali per 12 volte il numero totale, non annuale, degli uomini presenti su tutta la terra. Un dato che fa rabbrividire. Come puo’ accadere tutto questo? Questa domanda non è, aime, una domanda comune. Se lo fosse, probabilmente, la risposta sarebbe più facilmente delineabile. Nella legge 463 del codice penale però, troviamo una postilla che potrebbe aiutarci. La punizione per chi uccide un animale è applicabile se e solo se, colui che ha commesso il delitto ha agito senza nessuna utilità o per semplice crudeltà. Dai mi dico, ci siamo. E’ tutta una questione di necessità. Sarà dunque necessario uccidere 60 miliardi di animali l’anno. O no? L’uomo è onnivoro signori miei. Cari animalisti ve lo svelo… l’uomo è onnivoro e deve dunque mangiare carne. Fine dell’entusiamo momentaneo.
Le Garzantine che ho qui accanto mentre scrivo questo pezzo mi svelano il significato di questa misteriosa parola: “onnivoro”. Cito testualmente. Per onnivoro si intende un organismo che si può nutrire indifferentemente sia di sostanze vegetali che di sostanze animali. Porco cazzo mi dico! Qui si usa il verbo potere, non dovere. L’uomo scopro approfondendo le mie ricerche non è un carnivoro obbligato. Un carnivoro obbligato è uno che se non mangia la carne muore, un esempio? Un gatto! L’uomo se non mangia la carne sta benissimo. Io ve lo posso dimostrare adesso per il solo fatto di essere qui, a parlare con voi. Qualcosa non quadra… Si era detto che la necessità è l’attenuante all’uccisone di un animale. Ancora, si era detto che di animali, ad esempio per nutritsi se ne fanno fuori parecchi. Si era ipotizzato dunque che nutrirsi di animali fosse necessario ma, adesso, scopriamo che questa necessità non c’è. Dunque tutti coloro che uccidono e concorrono all’uccisione di animali per nutrirsi saranno stati reclusi mi dico.
Mi giro un attimo e vedo un tizio che mangia un panino con il salame …
Ancora qualcosa non quadra. Mi sa che bisogna percorre un’altra strada per capirci qualcosa. Epicuro distingueve tra vari tipi di piaceri e, tra questi, vi erano quelli che arrecavano godimento ma non erano necessari. Lasciamo da parte la questione secondo cui, per Epicuro, anche le donne facevano parte di questi piaceri e soffermiamoci sul problema. Mangiare carne (e pesce, lo preciso perché h trovato degli ossimori viventi in giro: I vegetariani che mangiano il pesce) è a tutti gli effetti piacevole. Il gusto della carne è meravigliosamente buono. Io, ad esempio, andavo ghiotto di mortadella… sublime meraviglia mi dicevo! Per quanto alcune verdure siano prelibate non riescono, diciamolo, a equiparare il gusto della carne. Abbiamo però detto che mangiare questa carne non è necessario e che si può sopravvivere mangiando altro.
Può essere il solo piacere una giustificazione all’uccisione animale? Facciamo un’esperimento mentale. Oppure chiediamo a un comunista così come se lo imagina Berlusconi. Che sapore ha un bambino?Poseguiamo nell’esperimento e scopriamo: buono! Non solo, il più buono di tutti, il filetto in confronto è spazzature. Se il piacere fosse una buona giustificazione all’omicidio saremmo dunque giustificati a uccidere non so, un bel bambino paffutello e a farlo al forno. Che dite? Io dico che vi state vegognando! Ma non è grave. Socrate per bocca di Platone diceva che la vergogna è quel sentimento che porta l’uomo ad iniziare il percorso della filosofia. Beh, cari miei. Benvenuti nel mio mondo! Proprio in un dialogo di nome “Gorgia” un personaggio di nome Callicle, il vero protagonista del dialogo, viene spinto da Socrate attraverso il sentiero della vergogna.
Callicle sembra non vergognarsi mai di nulla ed è forte e compiaciuto che la sua vita sia un agire per il piacere. Dopo vari scambi verbali Socrate porta Callicle alla conclusione che agire per il solo piacere porterebbe a giustificare azioni coma la pedofilia. Vi dirò, a parte il nostro Papa, è un argomento che fa vergognare tutti. Anche Callicle dunque si vergogna e incomincia, per lui, la vera filosofia. Io, un giorno, parlando con Flaminia la mia ragazza, mi sono vergognato del mio mangier carne… mi sono vergognato a tal punto che ho azzerato tutte le mie convinzioni morali, ho valutato gli argomenti a favore dell’animalismo e alla fine, anche io come Callicle, ho intrapreso il cammino che porta verso la verità. Non sto dicendo che esita una verità, attenzione. Quello spetta ai profeti. Vi sto dicendo che esistono cose più vere di altre e questo ce lo dice la ragione, non il dogma. Io non trovo nessun buon motivo per mangiare gli animali e, guardate bene, lo stesso discorso fatto fin d’ora è facilmente applicabile al vestiario e, con opportune modifiche alla vivisezione.
Oggi, sventolando la bandiera del seminario, offriamo ad alcuni di voi che vogliono intraprendere la carriera dei veterinari dei moduli per l’obiezione di coscienza. Immaginate un medico che mangia gli uomini o che uccide l’oggetto stesso delle sue cure. Deontologicamente è un pugno sui denti non trovate? A veterinaria tutto è possible, anche questo. Imparate a guarire una mucca e poi, la sera, ve la fate arrosto. Uscite da questo sistema e squarciate il velo di Maya. La libertà individuale, quella di cui parlava Focault o, più recentemente Chomsky, è ancora possible. Molti di noi presenti oggi sono i nuovi mandarini… la nuova generazione intellettuale, quella a cui spetta il compito di cambiare la storia e il mondo.
Citando il fisico Clash rigurado al ruolo di questi individui di cui io, umilmente, mi sento parte: “Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro; potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perchè fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio; perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero“»
Beh dai.. non male l’idea di riproporre, anzi scusate, di anteporre un discorso su un blog.
Peccato la lunghezza scoraggi la lettura…
Se vi va di approfondire l’argomento prima di rispondere ad alcuni temi toccati nel discorso ecco un testo che vi consiglio:
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