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domenica 6 giugno 2010

Ah, il martini.


Tutto comincia così per caso

Per caso smette e per caso evolve. Si vive insieme si muore da soli. Funzioni associano a stati di cose fisiche, fenomeni ed oggetti sociali. Costituiscono la realtà. Il linguaggio performa la realtà … "Fai questo…" "Fai quello…". Tutto scorre, come il martini delle ultime sere.

Ah, il martini.

Si sta li, si guarda tutto con attenzione, ci si distrae apposta per non sapere anche se, si sa. Il mondo fuori muore, animali macellati, bambini sfruttati e guerre inutili volte ad arraffare un liquido nero. Sono morti i pacifisti, sono morti.

(io adoravo la bandiera della pace … tutte quelle strisce)

Ma siamo qui, nuovamente. Soli sul cuor della terra, trafitti da un raggio di sole ed è subito sera. No, è di Quasimodo, non posso farlo.

Le mura della città sono alte e tutto coprono. Ci coprono, ci oscurano … ci piace, si. A me piace assai. Mi sento protetto, quando fuori pure piove, quando fa caldo. Fare l'intellettuale con il manifesto. La domenica.

Masturbatevi, vi fa bene. Giuro.

I massaggi cinesi ora, dicono, fanno pure dei pompini. Vivere senza quelli, neanche il martini.

Ah, il martini.

Raccontatemi del G8 all'Aquila. A Genova, dicevano, ginnastica e rivoluzione. In Abruzzo, l'unica ginnastica è stata quella delle gente che toglie le macerie. La rivoluzione è che i potenti ce le rimettono, le macerie.

Concedetevi una pausa. Soldi, denaro, lavoro. Da quanto non tempo non lo fate? Si, proprio quello. Da quanto tempo? Bevetevi un martini.

Ah, il martini.

C'era una volta una favola. Un pianeta felice, con animali in simbiosa pace, rispetto. Oggi c'è non ci siete più, l'insostenibile leggerezza delle vostre azioni mi ha chiuso qui, dietro un computer con del martini, sempre lui. Che possano morirvi le controparti, quella è solitudine.

Mondi possibili (il martini è transmodale)

Sono morto, forse neanche è vero che ero vivo. Se non fosse per … si, per il martini, non avrei ricordi. La rivoluzione è lontana, e io sono contento. Questa parola, "r-i-v-o-l-u-z-i-o-n-e" è, permettetemelo, una parola per coglioni. Il mondo è un centro sociale occupato, male, ma occupato. Nei fiumi scorre il martini.

Ah, il martini.

Estate, fa caldo. Milano è bella l'estate. Niente Milanesi, niente lavoratori e pochi clacson. Io ci sto bene, ci lavoro e la sera giro in bici. Isola, navigli, brera, duomo. Poi mi fermo li, in Magenta per un martini. Viale dei mille, una botta ad una negra e via. Ancora da solo.

La vita è un brivido sulla schiena. Non puoi grattarti.

Finisce cos', senza un senso. Sen - Z - a un Sen - S - o. Parole, soltanto parole. E senza quelle niente più di questo. Nessun permisero, nessuna cosa. Ti ho amata, e ti ho desiderato. Ma mastrurbarmi con un martini non ha prezzo.

Ah, il martini

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