Visto che ultimamente l'utenza del blog è cresciuta ho deciso di cominciare a pubblicare alcuni pezzi del romanzo in continua lavorazione che è il Diario. Prima o poi, più poi che prima, lo finirò. Per adesso commenti e consigli sono ben accetti. Consideriamo ciò che segue, "racconti decontestualizzati".
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Io sono un Diario e vi narrerò le gesta di un uomo per raccontarvi, in realtà, gli avvenimenti che coinvolgono l’umanità tutta e il filo rosso che congiunge l’esistenza con il tutto nelle sue più complesse ramificazioni. L’anticamera vista dall’alto mostra, al suo interno, un totale di sedici spiriti e un guardiano delle porte caosmiche chiamato Gesù, punito per colpe che lo vedono coinvolto nel reato di “falsificazione spirituale”. Si stanno per decidere le sorti di tutti gli enti al loro interno che possono adesso sciegliere, dopo lunghe e numerose colluttazioni, una strada dinnanzi un bivio: o divenire guardiani dannati per l’eternità ma conservare la coscienza o reincarnarsi e continuare il percorso che porta alla salvezza.
D’ora in poi vi racconterò ciò che separa Marco, autore del Diaro e dunque mio creatore, da ciò che scelse in anticamera. Sei diventarono guardiani, ma dieci scelsero di provare la strada che porta all’ignoto finale.
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Cosa vuol dire “essere un Diario”, “essere un oggetto inanimato”? Leggiamo una definizione da un qualsiasi dizionario: un diario è una forma narrativa in cui il racconto - reale o di fantasia - è sviluppato cronologicamente, spesso scandito ad intervalli di tempo regolari, solitamente a giorni. Bene, leggendo questa definizione, faticherete a riconoscermi come un Diario. Ma dovete capire che qui, “cronologicamente”, ha un significato molto diverso perché la cronologia
in questione è quella di un non vivente. Potrei essere la cronaca della vita o di un periodo di vita di una persona, ma anche la raccolta di annotazioni giornaliere in cui vengono descritti fatti di rilievo, avvenimenti politici, sociali, economici, osservazioni di carattere scientifico o altro.
Non sono nulla di questo, io sono l’unione delle menti di alcune reincarnazioni che si sono mescolate nei déjà vu della persona di Marco, un “qualunque” di questa terra col dono del ricordo transmodale. Il dono dell’ubiquità, la facoltà di essere ovunque, è stato il regalo più grande che ho ricevuto. Io sono qui, tra le tue mani, ma sono anche qui, adesso che l’autore mi scrive e sono li, tra gli scaffali di una libreria e sono là, nella mente ai primordi del mio concepimento.
Io racconto per mano di chi mi usa, di chi mi legge. Se mi chiudi non posso raccontarti più nulla ma se continui ad utilizzarmi, a conoscermi, potrai continuare a sapere ed è questo il meraviglioso piacere della lettura, della conoscenza attiva.
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Ricordo ancora il giorno che Marco cominciò a scrivermi; è il mio primo ricordo e, prima di allora, non esistevo e me ne stavo li, con le pagine bianche nel limbo degli oggetti in potenza, contingenti ma non necessari.
Cominciò a scrivermi d’estate, mi pare fosse fine anni’90 ....